Mercati – Milano a +0,5% dopo la May, in evidenza Unicredit

Parziale recupero dei listini continentali dopo il discorso di Theresa May, ad eccezione del Ftse 100 di Londra in calo dello 0,9 per cento. Intorno alle 16:15 il Ftse Mib segna un rialzo dello 0,5%, il Dax di Francoforte e l’Ibex 35 di Madrid scambiano a ridosso della parità mentre il Cac 40 di Parigi cede lo 0,3 per cento. A Wall Street, nel frattempo, i tre indici principali hanno aperto in calo tra lo 0,1 e lo 0,4% mentre il Russell 2000 cede lo 0,8 per cento.

Nell’atteso discorso di fine mattinata il premier britannico ha confermato ufficialmente l’intenzione di abbandonare il mercato unico europeo, che impone vincoli ai quali la Gran Bretagna non è disposta a sottostare. Nel contempo il primo ministro ha manifestato la volontà di ricercare un accordo ambizioso con l’Unione Europea, per continuare a commerciare liberamente con i paesi membri.

La reazione dei mercati è stata tutto sommato limitata, dato che il discorso della May ha sostanzialmente confermato attese già scontate. Da considerare inoltre che l’accordo finale dipenderà molto dall’atteggiamento che l’UE assumerà nella fase di trattative e, infine, dovrà essere posto al voto del parlamento inglese.

Le parole del primo ministro hanno permesso alla sterlina di accelerare nei confronti delle altre valute, portandosi a 1,238 sul dollaro e trascinando il cross euro/sterlina a 0,865. Il biglietto verde si mantiene debole anche rispetto alla moneta unica (EUR/USD a 1,07) e allo yen (USD/JPY a 113,1).

Ad indebolire la valuta statunitense contribuiscono anche le crescenti incertezze sulle politiche protezionistiche di Trump, ormai prossimo ad insediarsi alla Casa Bianca, oltre alle tensioni tra Washington e Pechino dopo i commenti del prossimo presidente americano sull’eccessiva svalutazione dello yuan.

La debolezza del dollaro, unita agli elementi di incertezza che pervadono i mercati, ha agevolato la risalita dell’oro a 1.216 dollari l’oncia. In rialzo oltre un punto percentuale anche le quotazioni del greggio, con Brent e Wti rispettivamente a 56,4 e 53 dollari al barile, sostenuti dall’annuncio dell’Arabia Saudita di voler rispettare l’impegno a tagliare la produzione.

Tornando a Piazza Affari, rimbalzo del comparto bancario con gli acquisti che premiano soprattutto UNICREDIT (+5,4%) dopo la conclusione di un accordo per cedere, attraverso la sussidiaria Unicredit Bulbank (Bulgaria), un portafoglio di crediti in sofferenza derivanti da contratti di credito garantiti/chirografari concessi a clienti appartenenti al segmento imprese.

Acquisti pure su BANCO BPM (+3,7%), che beneficia anche dell’aumento del target price a 3,4 euro con rating “buy” da parte di Deutsche Bank. In rialzo anche UBI (+3,5%) con il direttorio di Bankitalia che oggi si riunirà per decidere in merito alla proposta per l’acquisto delle tre Good Bank (Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti).

Positiva anche FCA (+2,1%) parzialmente sostenuta dal dato sulle nuove immatricolazioni nel mercato europeo. Nel 2016, infatti, il gruppo guidato da Sergio Marchionne ha registrato una crescita del 13,7% su base annua contro il +6,5% del settore.

Parziale recupero di MEDIASET che resta però negativa a -0,5%, con l’Agcom intenzionata a fermare una possibile Opa da parte di Vivendi. L’Authority delle comunicazioni ha in corso una verifica, che dovrebbe concludersi il 21 aprile prossimo, in merito alla scalata effettuata dal colosso media francese, conclusasi con l’acquisizione di una quota pari al 28,8% di Mediaset.

Tra i petroliferi bene SAIPEM (+3,2%) ed ENI (+0,8%), che ha annunciato la scoperta di un nuovo giacimento nel mar di Norvegia. Scivolano in fondo al listino BUZZI (-2,1%) e TELECOM ITALIA (-1,5%).