L’indice Philadelphia Fed commerciale, che monitora il sentimento dei produttori nell’area di Philadelphia, nel mese di gennaio si attesta a 23,6 punti, in netto miglioramento rispetto ai 19,7 di dicembre (dato rivisto al ribasso da 21,5 punti). Il dato continua a salire, considerando che gli analisti avevano previsto un indice a 15,3 punti.
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“Il 40% delle imprese hanno segnalato un aumento dell’attività, mentre solo 17% ha riferito una diminuzione” secondo quanto rilasciato dal Philly Fed.
L’indice è rimasto positivo per 6 mesi consecutivi, infatti presenta il valore più elevato da dicembre 2014 (19,1 punti). Sembra quindi che l’entusiasmo non si sia ancora raffreddato e che addirittura dalle nuove elezioni negli USA del tycoon sia aumentato di 14,9 punti dal dato di novembre 2016 (8,7) e di ben 34,9 punti dal minimo di dicembre 2015 (-11,3 punti, una fiducia inferiore era stato resa nota nel lontano novembre 2012). Inoltre, il rapporto indica che le imprese della zona stanno iniziando a vedere un sensibile miglioramento negli input dei prezzi, che dovrebbe far aumentare l’inflazione, già salita a dicembre dello 0,3% rispetto a novembre.
” […] Sul fronte dei costi, quasi il 35% delle imprese ha segnalato aumenti dei prezzi all’importazione, mentre solo il 2% ha riferito una riduzione dei prezzi”, ha concluso l’ente.
