Oil&gas – L’EIA stima produzione americana in aumento in 2° sem. 2017

L’EIA ha pubblicato lo STEO (Short-Term Energy Outlook) l’aggiornamento sulle prospettive energetiche di breve termine. Secondo Energy Information Administration la produzione di petrolio greggio statunitense nel secondo semestre 2017 si attesterà ad una media di 9,4 milioni di b/g, 340 mila b/d in più rispetto al primo semestre .

Ancora una volta a guidare la crescita sarà la regione del Permian Basin, dove è previsto un incremento della produzione di shale oil. Qui la produzione dovrebbe crescere in questo semestre a 2,6 milioni di barili al giorno, +260 mila b/d sul primo semestre 2016. A spingere i produttori ad incrementare le estrazioni soprattutto il rialzo dei prezzi medi delle quotazioni del grezzo americano, come il WTI.

Estendendosi attraverso il Texas occidentale e il New Mexico sudorientale, la regione del Permian ha dato vita ad una delle regioni di perforazione più attive negli Stati Uniti. Questo perché oltre ad essere un’aria vastissima contiene molte formazioni di scisto come il Wolfcamp, il Spraberry e il Bonespring. Caratteristiche geologiche e la presenza di molta acqua sono alcuni tra i fattori che hanno permesso a quest’area di rimanere una delle regioni più economiche per la produzione di petrolio nonostante il basso prezzo delle quotazioni rispetto al passato (il prezzo di breakeven è infatti più basso della media per i produttori locali). I prezzi spot WTI hanno registrato una media di 50 d/b nel primo semestre del 2017, stimolando la creazione di altri impianti nel Permiano. Gli impianti di trivellazione (rigs) infatti sono aumentati costantemente passando da 276 impianti nel mese di gennaio a 380 nel mese di settembre. Le stime dello STEO che contano i rig permiani della regione ritengono che questi continueranno a crescere da una media di 341 rig nel 2017 a 371 rig nel 2018, e si prevede che il prezzo WTI raggiunga una media di 49 $/b per la seconda metà del 2017 e di 51 $/b nel 2018.

Commento

Notizia di certo non positiva per le quotazioni del greggio. Sarà dunque importante vedere cosa a novembre verrà deciso dall’Opec. I membri del cartello infatti si incontreranno per discuterà  dell’estensione dei tagli alla produzione e della possibilità di imporre quote di produzione a tutti i membri.

Ricordiamo che l’Aie, l’Agenzia internazionale dell’energia, ha dichiarato che il surplus sul mercato del petrolio è finito e il 2017 dovrebbe chiudere con una domanda di 300 mila barili sopra l’offerta, come dimostra anche il continuo calo delle scorte di petrolio durante gli ultimi mesi. Il 2018 dovrebbe essere di sostanziale equilibrio anche se sarà importante capire cosa l’Opec intenderà fare. A finché infatti la situazione rimanga di equilibrio sarà necessario che i produttori tradizionali mantengano quanto meno lo status quo, limitando ancora la produzione.