Mercati – I titoli del Ftse Mib con il maggior potenziale rialzista

In una fase borsistica caratterizzata dal prepotente ritorno della volatilità, il confronto tra le quotazioni di Borsa delle 41 società che compongono il Ftse Mib e i rispettivi target price medi a un anno (calcolati da Bloomberg sulla base dei report degli analisti) può fornire una qualche indicazione su come potrebbero muoversi i principali titoli di piazza Affari da qui ai prossimi mesi, evitando così di concentrare la propria attenzione soltanto sui movimenti di brevissimo periodo.

Ricordiamo che l’andamento delle azioni è legato, oltre che a variabili strettamente connesse al business delle singole aziende e quindi ai relativi risultati economico-finanziari, anche a una serie di altre variabili. Tra queste rivestono un ruolo fondamentale le mosse delle principali banche centrali, ma anche la situazione politica all’interno dei singoli Paesi, come ad esempio le prossime elezioni del 4 marzo in Italia.

Tornando al listino milanese, il Ftse Mib da inizio anno è in rialzo dello 0,8% (escludendo il contributo dei dividendi), dopo essere arrivato a guadagnare fino al 10,1% nel corso della seduta del 23 gennaio. Il paniere dei principali titoli italiani, comunque, si sta comportando meglio rispetto agli altri principali panieri europei che da inizio 2018 hanno tutti una performance borsistica negativa, con il Dax di Francoforte fanalino di coda (-5,6%).

All’interno del Ftse Mib, però, 22 titoli sono su livelli inferiori a quelli rilevati alla chiusura dello scorso 29 dicembre, 4 sono sostanzialmente sugli stessi livelli e soltanto 15 stanno guadagnando da inizio anno. Tra questi, il rialzo maggiore è quello di Yoox Net-a-Porter (+29,5%), beneficiando del lancio dell’Opa a 38 euro per azione da parte dell’azionista di maggioranza Richemont annunciato lo scorso 22 gennaio. Alle spalle delle azioni del gruppo fondato da Federico Marchetti, i tre titoli della galassia Agnelli/Elkann, cioè FiatChrysler (+16%), Ferrari (+13,6%) e la holding Exor (+13,1%), seguiti dai finanziari Banco Bpm (+11%), Intesa Sanpaolo (+11%) e Unicredit (+10,6%).

Per quanto riguarda, il confronto tra i target price medi a un anno, calcolati da Bloomberg sulla base dei report degli analisti, delle 41 società del Ftse Mib le rispettive quotazioni di Borsa alla chiusura di ieri emerge che ben 39 titoli sono sottovalutati se si prende come riferimento il prezzo obiettivo medio dei broker e solo Salvatore Ferragamo scambia su livelli superiori ai rispettivi prezzi obiettivo medi, escludendo il caso di Yoox Net-a-Porter.

Nel caso della maison fiorentina, la sopravvalutazione attribuita dal mercato può dipendere dal fatto che le attuali stime degli analisti sembrano riflettere un certo scetticismo sui risultati dell’attuale piano di riorganizzazione che proseguirà per tutto il 2018 e che dovrebbe portare i primi frutti nella seconda parte dell’anno in corso (8 marzo i conti del 4° trimestre 2017). L’attuale target price non sembra poi incorporare un eventuale premio M&A derivante dalla possibilità che, in futuro più o meno lontano, la famiglia Ferragamo (attualmente detentrice del 57,8% del capitale) possa cedere il controllo del gruppo quotato a uno dei colossi francesi del lusso (Lvmh o Kering) o qualche fondo di private equity.

Tra i titoli che potenzialmente, sulla base dei prezzi obiettivo dei broker, hanno i maggiori margini di crescita all’interno del Ftse Mib rimane Telecom Italia. Le azioni del gruppo telefonico hanno portato a casa una pessima performance borsistica nel 2016 (-28,8%) e nel 2017 (-13,9%), a cui si aggiunge un inizio d’anno ancora in rosso (-5,1%). La persistente sottovalutazione di Telecom Italia (47,7%) potrebbe derivare dal fatto che gli analisti continuano a non prendere in considerazione fattori negativi che, invece, il mercato ha già riflesso nelle attuali quotazioni. Nel caso del gruppo controllato de facto dalla francese Vivendi, un management stabile e concreti passi avanti in tema di scorporo della rete potrebbero consentire di colmare almeno parte del gap che tra quotazioni borsistiche e la media dei target price dei broker.

Alle spalle di Telecom Italia è Leonardo, il titolo che presenta il potenziale rialzista maggiore all’interno del principale indice azionario italiano. Per le azioni del gruppo guidato da Alessandro Profumo, infatti, gli analisti indicando un target price medio a 12 mesi di 12,03 euro, che implica un possibile apprezzamento delle quotazioni del 43% rispetto alla chiusura di ieri. Ad ampliare il divario tra i corsi azionari e la media dei prezzi obiettivo dei broker la recente discesa (-15,2% da inizio anno) del titolo, anche a seguito di un nuovo piano industriale, i cui target sono stati inferiori alle attese.