DHH – Crescita interna e acquisizioni per consolidare la leadership nel Sud Est Europa

Il gruppo attivo nel web hosting punta a realizzare la piattaforma internet dei mercati emergenti d’Europa, integrando la solida crescita organica con un percorso di acquisizioni mirate per consolidare ed estendere la propria presenza a livello geografico e settoriale. Il tutto affiancando ai tradizionali servizi di hosting nuove soluzioni di software as a service e cloud computing, per aggiungere valore e aiutare i Paesi tecnologicamente più arretrati a colmare il gap con le realtà più avanzate.

Dominion Hosting Holding (DHH) si pone come un gruppo industriale che ha l’obiettivo di aggregare le principali realtà attive nel settore del web hosting nei Paesi del Sud Est europeo. Grazie ad una forte presenza in Italia e alla leadership conquistata in Croazia e Slovenia, il Gruppo può vantare un trend storico di crescita organica stabilmente in doppia cifra, che punta a mantenere e se possibile migliorare.

Lo sviluppo interno viene coniugato con il driver della crescita per linee esterne, attraverso acquisizioni di consolidamento, per aumentare la presenza nei mercati già presidiati, e operazioni di espansione, per entrare in nuove aree geografiche o in altri settori, con un occhio di riguardo per i segmenti del software as a service e del cloud computing.

Tutto ciò grazie anche ad una forte generazione di cassa che, sommata alle risorse raccolte con la quotazione in Borsa, consente di finanziare la crescita esterna quasi esclusivamente con mezzi propri, ricorrendo il meno possibile all’indebitamento.

In Borsa il titolo risulta ancora parzialmente penalizzato dalla scarsa liquidità del mercato Aim, ma i solidi fondamentali e il track record di successo permettono di essere fiduciosi sul titolo.  A fine gennaio, infatti, gli analisti di ValueTrack hanno avviato la copertura su DHH attribuendo al titolo un fair value di 10,2 euro per azione, con un upside stimato del 45% rispetto alle attuali quotazioni di 7 euro per azione.

Giandomenico Sica, presidente esecutivo di DHH, delinea le priorità strategiche

“Puntiamo a crescere sia organicamente sia per linee esterne, con l’obiettivo di costruire la piattaforma internet dei mercati emergenti d’Europa”. È questa la priorità strategica del gruppo Dominion Hosting Holding, espressa dal presidente esecutivo Giandomenico Sica.

“Ci poniamo come elemento aggregante delle principali realtà presenti nei mercati del Sud Est Europa e vogliamo consolidare il posizionamento nei campi del web hosting, del software as a service e del cloud computing, costituendo un conglomerato tematico verticale su questi tre settori”.

“Per quanto riguarda la crescita organica”, spiega Sica, “abbiamo un trend storico intorno al 10% che intendiamo mantenere e, se possibile, anche migliorare. A questo sviluppo double digit associamo poi le acquisizioni, che si distinguono in operazioni di consolidamento per estendere il giro d’affari e operazioni di espansione in altre aree geografiche o nuovi business”.

La Mission e i brand del gruppo

DHH si pone come un gruppo industriale che ha l’obiettivo di aiutare gli imprenditori dei mercati emergenti europei a sviluppare la propria società tecnologica.

Nel Sud Est dell’Europa la penetrazione di Internet e del digitale è ancora in una fase iniziale e pertanto il potenziale di sviluppo è importante. DHH mira ad assicurarsi la leadership in tale area, beneficiando del naturale trend di crescita già in atto e colmando il gap con le economie più mature. Inoltre questi mercati sono terreno fertile per la sperimentazione di nuovi business digitali, grazie alla grande quantità di talenti e al costo del lavoro competitivo.

Ad oggi DHH ha un business model concentrato prevalentemente sul mondo Hosting, con più di 100 mila clienti e oltre 200 mila domini registrati ed opera attraverso 8 brand. È presente in Italia con Tophost e Artera, in Svizzera con la stessa Artera, in Slovenia con due brand (Domenca e Domovanje), in Croazia con Plus (presente anche in Serbia), Hosting IT, Infonet e Studio4web.

La clientela e i servizi offerti

“Ad oggi le nostre società fanno tutte web hosting variamente inteso, il che significa che vendono, prevalentemente a imprese, servizi per costituire il proprio sito internet online”, spiega il Presidente esecutivo.

I clienti di DHH spaziano dalle Pmi alle grandi imprese e i principali servizi offerti sono la registrazione di domini, hosting condivisi o dedicati e tools per incrementare la produttività (SSL, costruzione di siti, business class email). Il business model prevede la vendita di abbonamenti, principalmente annuali, con pagamenti anticipati e ricorrenti.

L’obiettivo prossimo è quello di estendere la gamma di servizi, per aggiungere valore alla semplice attività di web hosting affiancandola sempre più con soluzioni di software as a service e cloud computing.

Per quanto riguarda la suddivisione della clientela, l’Italia è il mercato principale con il 54% del totale, seguita da Slovenia (26%), Croazia (17%), Serbia (3%) e Svizzera. Il 72% dei ricavi viene realizzato al di fuori dell’Italia, e circa un terzo del totale viene generato rispettivamente dalle controllate in Slovenia (29%) e in Croazia (34%), mentre Svizzera (7%) e Serbia (2%) hanno un ruolo più marginale.

Crescita organica: l’andamento dei ricavi nel 4° trimestre 2017

I dati storici di DHH mostrano un tasso di crescita annuo costantemente a doppia cifra. Un trend che si declina in modo diverso all’interno delle singole società che compongono il gruppo, con realtà che crescono anche in misura maggiore, come testimoniato anche dagli ultimi dati trimestrali disponibili sulle vendite, in attesa del Cda di bilancio 2017 previsto per il 28 marzo.

Nel periodo ottobre-dicembre 2017 i ricavi totali consolidati si sono attestati a 1,6 milioni, in aumento del 44% rispetto a 1,1 milioni del pari periodo 2016 e del 20% in confronto a 1,35 milioni del terzo trimestre 2017.

Nel dettaglio delle società che compongono il gruppo, nel quarto trimestre Tophost ha registrato un incremento su base annua del 16% a 363 mila euro (+33% rispetto al terzo trimestre), la controllata slovena DHH.SI è cresciuta del 15% a 414 mila euro (+18% su trimestre) e quella croata DHH.HR del 24% 438 mila euro (+5% su trimestre).

In flessione su base annua i ricavi di Infonet (-8% a circa 82 mila euro, +6% t/t), di Hosting IT (-28% a 4.186 euro, +3% t/t) e la controllata serba DHH.SRB (-3% a 39.167 euro, +33% su base trimestrale). Crescono infine rispetto al terzo trimestre le vendite di DHH ITA (+19% a circa 190 mila euro) e DHH SWZ (+34% a 301 mila euro).

Lo sviluppo attraverso il driver delle acquisizioni

Alla crescita organica si affianca lo sviluppo per linee esterne. “Le acquisizioni”, spiega Sica, “possono essere di due tipologie: operazioni di consolidamento, oppure di espansione.”

“Le prime sono quelle effettuate dalle società che abbiamo già in portafoglio per aumentare il proprio giro d’affari”. Un esempio appartenente a questa categoria è l’operazione fatta in passato con Infonet, acquisita da Plus per acquisirne la base clienti e aumentare il proprio giro d’affari in Croazia. In questo caso la società target è stata acquisita al 100% con pagamento per cassa ed è stata consolidata all’interno di Plus.

“Le operazioni di espansione invece”, prosegue il presidente esecutivo, “possono essere acquisizioni di hosting provider in aree geografiche in cui non siamo attualmente presenti, come Grecia, Romania o Bulgaria, oppure può essere l’acquisizione di un business in cui non siamo ancora attivi, come potrebbe essere una società di software as a service o un’azienda attiva nel cloud computing”.

In queste operazioni “il nostro interesse è trovare sia una società sana con buoni fondamentali, ma anche un imprenditore in gamba da integrare nella compagine di DHH o da coinvolgere nel progetto”.

Il finanziamento della crescita per linee esterne

La modalità di finanziamento delle operazioni di crescita esterna viene valutata in base alla tipologia di operazione. “Se sono operazioni di consolidamento”, afferma Sica, “le paghiamo per cassa al 100%, mentre in genere nelle operazioni di espansione paghiamo una parte per cassa e una parte tramite concambio azionario, oppure lasciamo all’imprenditore una parte minoritaria di quote nella propria azienda, in maniera tale da mantenerlo coinvolto come co-imprenditore nell’attività”.

Il tutto grazie anche alle “abbondanti riserve residue risalenti alla quotazione in Borsa”, quando sono stati introitati 4,2 milioni, oltre che “alla forte generazione di cassa”.

DHH infatti può vantare un rapporto fra cassa e totale degli impieghi pari al 29% nel 2017 e una cash conversion dell’Ebitda strutturalmente prossima al 100 per cento. Caratteristiche che consentono di finanziare le acquisizioni prettamente attraverso mezzi propri e con un basso livello di indebitamento, “la terza fonte a cui possiamo eventualmente attingere”.

L’operazione di turnaround di Tophost

Per quanto riguarda gli eventi che hanno caratterizzato il 2017, un’attività fondamentale dal punto di vista della crescita interna è stata l’operazione di turnaround di Tophost.

Quando DHH è entrata in Tophost quest’ultima si trovava in una situazione difficoltosa, con un trend discendente nelle vendite. Nella seconda parte del 2016, infatti, queste erano diminuite del 7,6% rispetto al pari periodo del 2015.

Dal momento dell’ingresso nel gruppo DHH, il management di Tophost è stato rafforzato con nuove assunzioni e ha intrapreso una serie di iniziative che hanno permesso di invertire il trend. Nel dettaglio è stata migliorata la qualità del servizio con nuovi update, sono stati introdotti nuovi prodotti e servizi ad alta marginalità ed è stata completamente rivista la strategia di marketing digitale della società, con un maggior focus su SEO, SEM, Facebook e content marketing e una maggior concentrazione sulla brand awareness.

Tutte queste azioni hanno portato ad un miglioramento nel tasso di rinnovi, con un incremento del fatturato e dei margini. Nella seconda metà del 2017 la controllata Tophost  ha registrato una crescita nelle vendite pari al 16,3% rispetto al secondo semestre del 2016. Il trend crescente si è confermato anche nelle prime battute del 2018, con un incremento dei ricavi pari al 26% annuo nei primi 23 giorni di gennaio.

Le acquisizioni nel corso del 2017

“Sul fronte della crescita per linee esterne invece,” dichiara Sica, “i due eventi che hanno caratterizzato l’ultimo esercizio sono stati l’acquisizione di Studio4Web e le acquisizioni di Bee Bee Web e Hosting Star, con cui abbiamo fatto un salto importante dal punto di vista della dimensione e del nostro giro d’affari”.

Nel dettaglio, DHH ha acquisito, attraverso la controllata croata, il ramo d’azienda di Studio4Web dedicato al web hosting per circa 280 mila euro e ha acquistato per circa 0,5 milioni il 60% di Bee Bee Web, società svizzera attiva nel web hosting, e il 100% di Hosting Star, rivenditore italiano di Bee Bee Web.

Quest’ultima operazione ha permesso a DHH di entrare nel mercato svizzero, con l’obiettivo di incrementare la penetrazione nel mercato del web hosting e rafforzare ulteriormente la propria quota di mercato.

Inoltre, conclude Sica, “il 2017 è stato anche un anno importante per il consolidamento delle acquisizioni fatte in passato”.

Titolo penalizzato in Borsa ma per ValueTrack vale 10,2 euro

La scarsa liquidità del mercato Aim Italia non ha certo giocato a favore di DHH, così come accaduto per tante altre società del listino. Spesso infatti, nel momento in cui un azionista vuole liquidare una posizione, anche per motivi indipendenti dall’andamento della società, le quotazioni vengono penalizzate dalla mancanza di compratori.

Una dinamica che ha caratterizzato in passato anche il percorso in Borsa della società di web hosting. Dall’Ipo, avvenuta dal 27 luglio 2017 con un prezzo di collocamento a 10 euro, il titolo evidenzia una sotto-performance di circa 58 punti percentuali rispetto al Ftse Aim Italia, con una perdita di valore intorno al 30 per cento.

Il gruppo potrebbe inoltre beneficiare degli incentivi fiscali introdotti dalla Legge di Stabilità 2017, ma che non sono ancora entrati in vigore. DHH, infatti, rientra nella cerchia ristretta delle Pmi innovative quotate sul mercato Aim Italia, status grazie al quale gli investimenti di medio periodo che rispettano determinati requisiti sono premiati con la detrazione fiscale del 30 per cento.

Tuttavia, gli analisti hanno una view più positiva sul titolo. A fine gennaio ValueTrack ha infatti avviato la copertura su DHH attribuendo al titolo un fair value di 10,2 euro per azione, con un upside stimato del 45% rispetto alle attuali quotazioni di 7 euro per azione.

Gli esperti hanno sottolineano che DHH “ha investito nel mercato del web hosting, fornendo ai clienti prodotti digitali flessibili per stabilire, costruire e aumentare la propria presenza online. La strategia aziendale futura si fonderà invece sul consolidare le quote di mercato nell’Europa meridionale e orientale, e sull’allargamento del perimetro aziendale, con un focus ben definito sul mercato del cloud computing”.

Criticità

Le principali criticità che DHH si trova ad affrontare operando nei mercati emergenti sono l’instabilità politica e la complessità dal punto di vista delle norme e della burocrazia. D’altra parte, questi ostacoli rappresentano anche un’opportunità per DHH, poiché le realtà internazionali più consolidate non hanno convenienza a entrare in questi contesti.

Le grandi multinazionali americane, infatti, non hanno interesse ad investire significativamente in mercati di pochi milioni di abitanti come quello, sloveno, croato o serbo, per cui DHH può sfruttare a proprio vantaggio le competenze acquisite in queste aree.

Competenze che un domani potrebbero anche essere spese per entrare in altri mercati emergenti al di fuori dell’Europa, come quelli dell’Africa o del Sudamerica, che senz’altro hanno dimensioni molto più importanti rispetto ai contesti del Vecchio Continente.

Un’altra fonte di incertezza può essere individuata nel legame con il sistema italiano che, purtroppo, presenta dinamiche simili a quelle degli altri Paesi del Sud Europa. Gli incentivi all’innovazione ci sono stati e hanno migliorato il contesto operativo ma resta da vedere se verranno effettivamente portati avanti e finalizzati anche da chi governerà in futuro.

Per quanto riguarda la competizione, infine, in Slovenia e Croazia DHH è di gran lunga l’operatore più grande del settore e si trova a competere solo con piccole realtà domestiche. In Italia, invece, la concorrenza è più rilevante, poiché nel mercato sono presenti realtà come Aruba, Register (parte di Dada) e altri operatori internazionali.

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