Payroll febbraio – Le considerazioni sul dato

L’esaltante dato del mercato del lavoro uscito venerdì pomeriggio ha sorpreso positivamente anche molti analisti e impresso un’accelerazione ai listini americani, che hanno raddoppiato nel corso della seduta i guadagni delle precedenti sedute settimanali.

Il risultato eccellente di 313.000 nuove buste paga nel mese scorso, nasconde un dato ancora più brillante. I nuovi posti di lavoro sono cresciuti di 785.000 unità, ma il livello di occupazione è salito solo di 22.000 grazie al rientro nella forza lavoro di 806.000 persone. Ragione per la quale il tasso di disoccupazione è rimasto ancorato al 4,1% e non è sceso al 4 per cento.

In generale, nello scorso mese, sono stati generati 729.000 posti di lavoro full time, il più alto livello dai 794.000 dello scorso settembre. In aggiunta, nello stesso periodo, il numero dei lavoratori parziali è cresciuto di 277.000 unità.

E’ il primo mese da diversi anni che le due categorie di lavoratori sono salite contemporaneamente. Entrambe hanno creato 1.006.000 di nuovi posti di lavoro, il maggiore guadagno mensile da inizio secolo.

L’ingresso di nuovi lavoratori nella forza lavoro, tra giovani ed ex scoraggiati, ha fatto impennare il tasso di partecipazione del lavoro dal 62,7 al 63 per cento.

I mercati hanno brindato in quanto il salario orario è cresciuto solo del 2,6% rispetto al mese precedente, contro una previsione del 2,8% ed un dato del 2,9% a gennaio, lo stesso che aveva creato l’inizio della correzione di febbraio.

Il risultato mirabolante ha spinto di nuovo il rendimento del decennale governativo verso la soglia del 2,9%, un benchmark che ha respinto un paio di volte l’attacco verso il traguardo del tre per cento.

IL PARADOSSO DEI TASSI

L’economia a stelle e strisce marcia a passo spedito, in piena occupazione ma con tassi ancora all’uno e mezzo per cento e un attivo di bilancio della Federal Reserve ancora a 4,4 trilioni di dollari.

In precedenti articoli avevamo già sottolineato come la banca centrale sia costretta ad inseguire la crescita economica e questo probabilmente la costringerà a quattro rialzi dei tassi, già nel corso del 2018.

Il rialzo dei rendimenti, più rapido delle aspettative, potrebbe mettere a rischio un ulteriore rialzo dei mercati azionari o provocare qualche futura correzione come quella di inizio febbraio, già velocemente assorbita.

In aggiunta, l’economia americana è ancora sussidiata dalla Fed che ancora inonda di liquidità gli asset finanziari e il cui disimpegno sarà progressivo nei prossimi trimestri, facilitando la spirale di rialzo dei tassi di interesse.