Autogrill – Una nuova organizzazione per consolidare la leadership

Autogrill, realtà internazionale attiva nei servizi di ristorazione per chi viaggia, archivia un 2017 positivo e tale dinamica è destinata a proseguire anche nell’esercizio in corso. Risultati che premiano una strategia orientata alla crescita stabile del valore, perseguita attraverso l’ampliamento e la diversificazione della presenza geografica e di canale, il continuo processo di innovazione dei prodotti e dei concetti e il miglioramento dei servizi offerti, con l’obiettivo di aumentare la soddisfazione della clientela e dei concedenti. Strategia apprezzata sia dagli analisti, che indicano prevalentemente un giudizio positivo sul titolo, sia dalla Borsa. Nelle ultime 52 settimane il titolo ha segnato un rialzo del 23%, mentre nei 5 anni la performance si amplifica al 164 per cento, superando in entrambi i periodi il Ftse Italia Mid Cap.

Il gruppo lombardo sta portando avanti un importante percorso di crescita, che ha visto tra le proprie tappe il progetto di riorganizzazione societaria completato lo scorso mese di dicembre, nonché alcuni rilevanti operazioni quali la recente acquisizione della tedesca Le CroBag per 65 milioni che, come affermato da Gianmario Tondato Da Ruos, Ad di Autogrill, consente di “entrare nel canale delle stazioni più grande d’Europa, che vale oltre 600 milioni di euro, con anche un potenziale di sviluppo in altri Paesi europei”.

Il tutto mantenendo sempre il focus sulla crescita stabile del valore, perseguita attraverso l’ampliamento e la diversificazione della presenza geografica e di canale, il continuo processo di innovazione dei prodotti e dei format, oltre al miglioramento dei servizi offerti, con l’obiettivo di aumentare la soddisfazione della clientela e dei concedenti. 

Strategia confermata per il 2018, esercizio nel quale sottolinea Tondato “contiamo di essere nella migliore delle posizioni per sfruttare il positivo momento di mercato. Continueremo a perseguire una crescita profittevole migliorando ulteriormente i margini, con l’obiettivo di mantenere gli impegni che abbiamo preso nei confronti dei nostri  azionisti”.

Linee strategiche, quelle del gruppo italiano, apprezzate sia dagli analisti, che per la maggior parte si esprimono positivamente sul titolo, sia dalla Borsa, con rialzi nelle 52 settimane e nei 5 anni rispettivamente del 23% e del 164%.

Il gruppo: attività e principali brand

Autogrill, realtà attiva nel settore dei servizi di ristorazione per chi viaggia, è presente in 31 Paesi con oltre 57.000 collaboratori e gestisce circa 4.000 punti vendita in circa 1.000        location. Opera prevalentemente tramite contratti di concessione e sub-concessione all’interno di aeroporti, autostrade e stazioni ferroviarie, oltre che, con presenze selettive, in città, centri commerciali, poli fieristici e siti culturali.

Il gruppo gestisce un portafoglio di oltre 300 marchi a carattere sia internazionale che locale e propone alla propria clientela un’offerta molto articolata sia con marchi e concetti di proprietà, come Ciao, Bistrot, Puro Gusto, Motta, Bubbles, Beaudevin, La Tapenade, che in licenza. Questi ultimi includono marchi di rilevanza locale quali Tim Hortons, Leon, Class Croute e marchi internazionalmente riconosciuti come Starbucks Coffee, Burger King, Brioche Dorée.

Il focus strategico del gruppo

Assicurare la crescita stabile del valore, perseguita attraverso l’ampliamento e la diversificazione della presenza geografica e di canale, il continuo processo di innovazione dei prodotti e dei concetti e il miglioramento dei servizi offerti, con l’obiettivo di aumentare la soddisfazione della clientela e dei concedenti. Sono questi i cardini strategici sui quali è focalizzata l’attività di Autogrill.

Nel canale aeroportuale e ferroviario il gruppo persegue una strategia di crescita, sia nei Paesi di presenza sia in nuove aree con potenziali interessanti di sviluppo del traffico. Strategia perseguita anche attraverso operazioni quali la recente acquisizione della tedesca Le CroBag per 65 milioni che, come affermato da Gianmario Tondato Da Ruos, Ad di Autogrill, consente di “entrare nel canale delle stazioni più grande d’Europa, che vale oltre 600 milioni di euro, con anche un potenziale di sviluppo in altri Paesi europei”.

Un’operazione, prosegue il numero uno dell’azienda, “coerente con gli obiettivi di rafforzamento e focalizzazione delle nostre attività nei canali e Paesi strategici in Europa attraverso mirate acquisizioni che integrano la crescita mediante l’aggiudicazione di nuovi contratti”.

Nel canale autostradale l’impegno è più selettivo e mirato, tenuto conto del limitato potenziale di crescita del canale nei Paesi sviluppati e degli elevati investimenti necessari per la penetrazione in nuovi mercati.

Particolare attenzione è posta al rinnovo continuo dell’offerta, attraverso l’ideazione di nuovi concetti e la revisione costante del portafoglio marchi, al fine di disporre dei marchi più innovativi e attraenti presenti nel mercato.

I parametri impiegati dal gruppo per monitorare il raggiungimento degli obiettivi della propria strategia sono la soddisfazione del cliente e l’aumento delle vendite, dell’utile e della generazione di cassa, questi ultimi perseguiti attraverso l’aggiudicazione e la gestione di un portafoglio di contratti di concessione e sub-concessione ampio, diversificato e caratterizzato da un bilanciato profilo di scadenze temporali.

Il progetto di riorganizzazione societaria 

Lo scorso mese di dicembre Autogrill ha perfezionato il progetto di riorganizzazione societaria annunciato nell’aprile 2017 e già approvato preliminarmente lo scorso mese di settembre, che ha come obiettivo la separazione delle attività operative di Food&Beverage in Italia e delle funzioni di coordinamento e servizio, svolte a favore delle controllate dirette europee, dalle attività di indirizzo e coordinamento del gruppo, svolte dalla capogruppo.

Un’operazione che, come sottolineato da Tondato, consente ad Autogrill di avere “nuova organizzazione più in linea con gli standard internazionali”.

Tale progetto è stato attuato mediante il conferimento in natura, con efficacia dallo scorso 1° gennaio, di tre rami d’azienda, che facevano capo ad Autogrill, a tre diverse società di nuova o recente costituzione, interamente controllate da Autogrill stessa, e denominate Autogrill Italia, Autogrill Advanced Business Service e GTA (poi Autogrill Europe), che sono state contestualmente trasformate in società per azioni.

Nel dettaglio, alla prima di queste è stato conferito un ramo d’azienda afferente le concessioni autostradali e aeroportuali, le attività nelle stazioni ferroviarie e nei centri urbani in Italia, alla seconda sono state affidate le attività di supporto e servizio a favore di società del gruppo, mentre alla terza è andato un ramo d’azienda che include le strutture deputate al coordinamento delle attività che operano nel sud Europa e nell’Europa continentale (inclusa l’Italia) e le partecipazioni totalitarie detenute direttamente da Autogrill.

Pertanto, a seguito del completamento del progetto di riorganizzazione, la società gestisce la propria presenza geografica attraverso HMSHost Corp., Autogrill Europe e Autogrill Italia, a cui fanno capo rispettivamente le attività in Nord America e nell’area internazionale, in Europa continentale e meridionale e in Italia.

I conti del 2017

Lo scorso 8 marzo Autogrill ha presentato i conti relativi al 2017 che, come sottolineato da Tondato da Ruos “è stato un altro anno positivo nel quale il gruppo ha continuato a crescere con una solida performance like for like in tutte le regioni. Il portafoglio contratti è salito a 36 miliardi di euro, con il ragguardevole risultato di 10 miliardi di euro di vincite e rinnovi nel solo 2017. Le efficienze realizzate hanno consentito un importante miglioramento dei margini”.

Nel dettaglio, i ricavi consolidati sono aumentati a cambi costanti del 2,9% a 4.594,6 milioni (+1,7% reported) rispetto al 2016.

L’Ebitda è stato pari a 399 milioni, in calo dell’1,6% a cambi costanti e del 3,1% a cambi correnti rispetto al 2016 quando aveva beneficiato di 14,7 milioni di plusvalenza derivante dalla cessione del business nelle stazioni francesi. Si segnala inoltre che il 2017 sconta 3,3 milioni di costi non ricorrenti relativi al progetto di riorganizzazione societaria avviato e concluso in corso d’anno e 16,4 milioni di costi per i piani monetari di incentivazione al management (Phantom Stock Option plan).

Escludendo l’impatto di suddette voci straordinarie l’Ebitda (definito underlying) si attesta a 418,8 milioni, in progresso del 5,3% a cambi costanti (+3,7% reported).

L’Ebit diminuisce a cambi costanti del 6,2% (-7,9% reported) a 185,2 milioni, in presenza di ammortamenti e svalutazioni aumentati dell’1,5 per cento. Escludendo l’impatto delle componenti sopra citate, tale aggregato (underlying) è pari a 205 milioni, in crescita a cambi costanti dell’8,1% (+6,1% reported).

Diminuito nel periodo il peso degli oneri finanziari netti (-12% a cambi costanti; -13,7% reported a 26,5 milioni).

L’utile netto di gruppo si è attestato a 96,2 milioni (-2,1% reported; -0,3% a cambi costanti), dopo aver spesato imposte per 45,7 milioni (-16,3%). L’equivalente underlying è pari a 106,9 milioni, in deciso aumento del 21,5% a cambi costanti (+19,1% a cambi correnti) rispetto agli 89,8 milioni del 2016.

Dal lato patrimoniale l’indebitamento finanziario netto è stato pari a 544 milioni, in calo di 34 milioni rispetto a fine 2016, beneficiando del flusso di cassa generato dall’attività operativa.

Le attese sul 2018 e la guidance al 2019

Per il 2018 il management si focalizza sull’incremento dei ricavi e sull’eccellenza della gestione operativa e, come sottolinea Tondato, “contiamo di essere nella migliore delle posizioni per sfruttare il positivo momento di mercato. Continueremo a perseguire una crescita profittevole migliorando ulteriormente i margini, con l’obiettivo di mantenere gli impegni che abbiamo preso nei confronti dei nostri azionisti”.

Inoltre, il management si attende un contributo positivo alla crescita dei ricavi dalla performance like for like e dal saldo netto fra nuove aperture e chiusure, un ulteriore miglioramento dei margini underlying di Ebitda e di Ebit, grazie a continui efficientamenti strutturali, nonché un miglioramento dell’Eps underlying e della generazione di cassa netta ante dividendi e acquisizioni.

La riforma fiscale approvata lo scorso mese di dicembre negli Stati Uniti, paese dove Autogrill genera quasi la metà dei propri ricavi, avrà impatti positivi sul’andamento del gruppo, con un tax rate consolidato che dovrebbe ridursi a circa il 25%.

Inoltre, il management ha aggiornato la guidance 2016-2019, presentata nel mese di marzo dello scorso anno, tener conto sia delle variazioni del tasso di cambio euro/dollaro, sia degli effetti della suddetta riforma.

Nel dettaglio, ora il Cagr dei ricavi varia dal 4% al 6% (precedente tra il 5% e il 7%), unicamente per la variazione del tasso di cambio euro/dollaro, mentre è stata migliorata la guidance sull’Eps con un Cagr atteso per il periodo 2016 – 2019 che passa dal 15% al 20%.

Ricavi – Aumenta la sovraperformance nel prospettico

Nelle seguenti tabelle viene presentato un confronto tra il gruppo Autogrill e i principali peers.

Da rilevare che per il triennio 2015-2017 sono stati utilizzati i dati storici, mentre per il periodo 2018-2020 sono state impiegate le stime elaborate da Bloomberg.

Dalla tabella sull’evoluzione dei ricavi si evidenzia come nel periodo 2015-2017 i ricavi totali del gruppo siano passati da 4.336,3 milioni a 4.594,6 milioni con una crescita media annua del 2,9%, superiore di 2,8 punti percentuali rispetto ai peers.

Un trend positivo che nel prospettico dovrebbe prendere ancora più le distanze dai competitors, segnando un progresso medio del 3,9%, a fronte di una mediana del -0,7%.

Ebitda – Prosegue il trend positivo in scia al fatturato

L’evoluzione storica dell’Ebitda di Autogrill evidenzia una crescita media annua del 3,4%, ma inferiore alla mediana di confronto (+12,4%).

Un trend che, in scia all’andamento del fatturato, è previsto accelerare nel prospettico, periodo nel quale il gruppo lombardo dovrebbe registrare un progresso medio del 7,1 per cento, superando così il +3% atteso per i peers. 

Ebit – Nel prospettico batte i peers

Guardando poi all’andamento dell’Ebit si rileva un andamento simile a quello dell’Ebitda.

Nel dettaglio, il gruppo evidenzia nel periodo 2015-2017 una crescita media del 10,4%, ma inferiore al +18,3% dei peers.

Nel prospettico, invece, Autogrill dovrebbe evidenziare una dinamica in linea con lo storico e superare la mediana di confronto (+3,6%). 

Multipli – A sconto sui principali indicatori

Dal confronto dei multipli di Autogrill con i principali peers, si rileva che il titolo tratta a sconto sulla maggior parte degli indicatori.

Nello specifico l’Ev/Sales è inferiore sia nell’anno corrente che nel prossimo dell’83,7% rispetto alla mediana dei peers.

Rilevante lo sconto anche a livello di Ev/Ebitda, che si mantiene in un range del 39-40%.

L’Ev/Ebit è invece inferiore del 6,2% e dell’8,4 per cento rispetto alla mediana di confronto.

Redditività – Margini in miglioramento ma inferiori ai peers

Il grafico sottostante mette in luce l’andamento degli indicatori reddituali e consente un confronto con i principali peers.

Nell’ultimo triennio l’Ebitda margin consolidato ha evidenziato un iniziale aumento al 9,1% per poi ritornare nel 2017 sostanzialmente al livello del 2015, con un gap rispetto ai peers aumentato progressivamente fino a circa 20,7 punti.

A partire dal 2018 l’Ebitda margin di Autogrill dovrebbe salire fino a raggiungere il 9,5% nel 2020, con un divario di 18,8 punti e di 20,8 punti nel biennio 2019-2020.

Una dinamica simile si rileva anche sul fronte dell’Ebit margin. Nel dettaglio tale indicatore ha evidenziato un iniziale aumento al 4,4% per poi flettere al 4% nel 2017. Una performance che dovrebbe migliorare nel prospettico fino a raggiungere il 4,8% nel 2020.

Dal confronto con i peers nello storico il gap è salito dai 10,2 punti a 20,3 punti del 2017. Tale differenziale dovrebbe però ridursi nell’anno corrente a 19,2 punti per poi tornare ad ampliarsi fino ai 22,8 punti nel 2020.

Analisti – Prevalgono i giudizi positivi 

Strategie e risultati, quelli del gruppo Autogrill, apprezzati anche dagli analisti.

Infatti oltre il 62% di essi si esprime positivamente sul titolo, mentre la restante parte è ripartita equamente tra giudizi neutrali e negativi.

Borsa – La sovraperformance riflette l’apprezzamento delle strategie

Autogrill ha chiuso la settimana con un ribasso del 2,1% rispetto ai corrispondenti valori del 9 marzo, portandosi a 11 euro.

Nelle ultime 52 settimane l’azione ha segnato un rialzo del 23% sovraperformando il Ftse Italia Mid Cap, che nel periodo è salito di circa il 18 per cento.

Un andamento borsistico positivo che acquista ancora maggior rilevanza estendendo l’intervallo temporale a 5 anni, periodo nel quale il titolo ha registrato un rialzo del 164% superando suddetto benchmark del 45 per cento.

Un trend ascendente sostenuto dall’apprezzamento del mercato nei confronti di una strategia societaria orientata ad assicurare una crescita stabile del valore, perseguita attraverso l’ampliamento e la diversificazione della presenza geografica e di canale, il continuo processo di innovazione dei prodotti e dei concetti e il miglioramento dei servizi offerti, con l’obiettivo di aumentare la soddisfazione della clientela e dei concedenti. 

Criticità 

Autogrill, realtà operante nel segmento dei servizi di ristorazione per chi viaggia, è inevitabilmente esposta alle dinamiche e ai rischi che caratterizzano tale mercato.

Un primo fattore di rischio è connesso ai contratti di concessione. Infatti, l’attività svolta dal gruppo è prevalentemente esercitata in virtù di contratti pluriennali aventi per oggetto il diritto di operare in alcune aree commerciali all’interno di aeroporti, autostrade e stazioni ferroviarie. I rischi legati a tali contratti riguardano la capacità del gruppo di rinnovarli o aggiudicarsene di nuovi nonché la possibilità che essi si rivelino meno profittevoli di quanto previsto.

Altro elemento di criticità è legato al portafoglio marchi e concetti. Infatti, il gruppo opera attraverso concetti proprietari e concetti e marchi di terzi, questi ultimi sia di rilevanza locale sia internazionale. Pertanto, esistono rischi connessi alla perdita di partnership significative o all’incapacità di accedere a partnership nuove considerate attrattive dalla clientela nonché la diminuzione di appeal di concetti o brand in portafoglio.

Esiste poi un rischio di inasprimento della concorrenza, che potrebbe limitare la crescita del gruppo. Negli ultimi anni il contesto competitivo si sta trasformando con la presenza di un maggior numero di operatori, anche medio-piccoli, che si stanno organizzando in maniera più strutturata nel partecipare alle gare. Fattore, questo, determinatosi anche per effetto dei mutamenti delle richieste dei concedenti, in particolare negli aeroporti, quali la richiesta di brand locali, che in precedenza non riuscivano a competere, e la partnership diretta con brand internazionali.

Rilevanti inoltre le criticità sotto il profilo dell’innovazione, ovvero il possibile venir meno della capacità del gruppo di reagire tempestivamente alle modifiche di consumi, gusti ed esigenze della clientela, e della catena di approvvigionamento, riconducibili al verificarsi di eventi in grado di interferire sul buon funzionamento e sulla continuità della rete di approvvigionamento e logistica a garanzia di un assortimento completo e all’incremento dei prezzi delle principali materie prime.

Infine, non meno importanti, sono il rischio di tasso d’interesse e il rischio di cambio.

L’obiettivo della gestione della prima di queste due tipologie è quello di assicurare un controllo degli oneri finanziari e della loro volatilità, anche attraverso, se necessario, l’uso di strumenti derivati (principalmente Interest Rate Swap) con importi e scadenze in linea con quelli delle passività a cui si riferiscono.

La seconda tipologia è invece legata al fatto che il gruppo opera in alcuni Paesi con valute diverse dall’euro. In questi aree la politica di approvvigionamento prevede che gli acquisti delle materie prime e degli altri costi operativi siano effettuati nelle stesse valute, minimizzando in tal modo il rischio di cambio. Permane un rischio di cambio sui finanziamenti infragruppo quando concessi a controllate con valute diverse dall’euro. In tali circostanze, l’obiettivo della gestione del rischio di cambio è garantire una parziale neutralizzazione del rischio di cambio sui debiti/crediti in valuta, che derivano dalle operazioni di finanziamento non denominate in euro.