Borse europee in retromarcia all’indomani della riunione della Fed, la prima presieduta da Jerome Powell, che ha deciso il primo aumento dei tassi d’interesse previsto per il 2018 (ne rimangono altri 2).
L’attenzione degli investitori è rivolta al continente a stelle e strisce. Nel pomeriggio, infatti, il presidente americano, Donald Trump, dovrebbe annunciare l’imposizione delle tariffe sulle importazioni cinesi, a fronte dell’indagine sulla proprietà intellettuale avviata lo scorso agosto.
In tale contesto il cambio euro/dollaro è pari a 1,232, evidenziando un rafforzamento del biglietto verde.
Il T-bond segna un rendimento del 2,86%, in leggero calo da ieri di 2 basis point, mentre lo spread decennale Usa–Germania sale a 230 punti base.
A pesare sui listini europei alcuni dati macro poco entusiasmanti: ha deluso l’indice tedesco Ifo, che misura il clima di fiducia degli imprenditori. Anche l’indice Pmi ha testimoniato che la produzione manifatturiera, pur confermandosi in espansione, ha rallentato il passo. Più rosea la visione sull’economia europea del bollettino Bce, pubblicato oggi.
Rivolgendo l’attenzione ai rendimenti a lungo termine, i Btp e i Bund calano rispettivamente di 3 e 4 punti base portando lo spread decennale a 126 basis pont.
Si segnalano ribassi anche per i rendimenti a medio termine con i Btp in flessione di 4 punti base, mentre i Bund di 3. I Btp biennali passano da un rendimento negativo di 0,08% a -0,11%, rimangono invece invariati i Bund biennali.
Si segnala, infine, che oggi è stato il turno della Bank of England nel deliberare in merito ai movimenti da apportare ai tassi d’interesse a breve termine: il tutto però si è concluso con un nulla di fatto visto che è stato mantenuto il livello precedente di 0,5 punti percentuali.