Mercati Usa – Scivolano sul petrolio e l’aumento dei rendimenti

Primo stop degli indici americani, dopo il rialzo delle ultime tre sedute, che riescono comunque a contenere il ribasso in media a poco più di mezzo punto percentuale. Solo il Dow Jones riesce a fare meglio (-0,3%), mentre il Nasdaq perde lo 0,8 per cento.

Alla radice della performance c’è l’andamento del greggio che chiude in negativo (-0,2%) a 68,2 dollari al barile dopo l’ennesima impennata (+1,5%) che l’ha portatoa sfiorare la soglia dei $70 in scia all’impennata dei rendimenti obbligazionari.

Solo nella giornata di ieri il decennale chiude in rialzo di cinque punti base al 2,91% dopo aver superato anche il 2,93%; mentre il trentennale supera il 3,10%, il livello più elevato da inizio anno.

L’ascesa dei tassi di interesse, anche a lungo termine, rischia di avere un impatto sul costo medio dei mutui a tasso fisso già salito ai massimi del 2018.

Guadagna terreno, invece, il VIX per la seconda seduta consecutiva in crescita del due per cento a 16 punti.

In difficoltà l’indice del settore tabacco sulla brutta performance di Philip Morris (-15,5%) in simbiosi con i semiconduttori che registrano la peggiore seduta dal post Brexit (giugno 2016) zavorrati dall’andamento dei titoli dello stesso comparto sia asiatici (Taiwan Semiconductor -5,7%) che europei (ASML).

In calo anche il settore delle costruzioni, uno dei più “interestsensity” che cede da inizio anno il 14%.

La salita dei rendimenti mette le ali, invece, al settore finanziario (+1,5%), uno dei pochi in crescita nella giornata di ieri.