Hera – Conferma la sovra-performance sul comparto

La multi-utility bolognese continua ad essere fra le società meglio considerate nel comparto e consolida una lieve sovra-performance da inizio anno, nell’ordine del 3 per cento, nei confronti del Ftse Italia Servizi Pubblici, che nello stesso periodo è sceso del 6,9% penalizzato dalle incertezze venutesi a creare con il nuovo scenario politico.

Da rilevare al riguardo che il rendimento sul Btp a 10 anni è lievitato all’attuale 2,78% dal 2% di fine 2017, mentre lo spread sul Bund di pari durata balzato a oltre 230 punti base dai 158 punti base della fine dello scorso anno pur avendo segnato nel periodo dati ben superiori.

E tutto ciò si è abbattuto come un ariete sulla dinamica borsistica dei titoli del settore utility e delle rinnovabili proprio per la loro elevata esposizione alla dinamica dei tassi. Esposizione correlata ad una struttura finanziaria il cui leverage è decisamente più alto rispetto a quella di altri comparti.

Nonostante ciò, comunque, Hera ha fatto meglio dell’indice settoriale di riferimento testimoniando l’apprezzamento del mercato nei confronti di una società che gli operatori considerano “fra le meglio gestite, ben equilibrata fra i diversi business e meno esposta a quello della generazione. Una realtà apprezzata anche perché ha una strategia chiara e ben definita, oltreché raccontata molto bene da un team la cui attenzione nei confronti delle esigenze del mercato è fra le più elevate”.

Elementi ben evidenziati nel piano industriale al 2021 e nei fondamentali del gruppo guidato da Stefano Vernier, la cui capacità di execution ha trovato un’ulteriore conferma nei risultati del primo semestre di quest’anno.

Il periodo in esame ha infatti riportato ricavi in progresso del 7,4% a 3,18 miliardi di euro e un Ebitda salito del 3,5% a circa 524 milioni di euro. Dati che confermano un trend di crescita importante, già evidenziato nel primo trimestre e sostenuto soprattutto dal buon andamento delle aree di business gas e ambiente.

E tutto ciò permette di salvaguardare una politica di remunerazione degli azionisti apprezzata in quanto elevata e sostenibile: dalla quotazione il titolo si è apprezzato del 127% ed il totalshareholder’s return si è spinto avanti sino a superare il 210 per cento.