Obbligazioni – Rendimenti italiani in discesa in avvio settimana

L’avvicinarsi degli appuntamenti elettorali regionali, che restano comunque un buon termometro dell’umore degli italiani, favorisce l’accelerazione di incontri formali e informali tra le forze politiche.

Da settimane si è compreso come lo stabilire le priorità di spesa nel Def che dovrà essere licenziato a breve evidenzia l’urgenza di dare risposte precise alle rispettive basi, come d’altro canto si è capito che i due poli alleati non faticheranno a trovare un’intesa comune per monetizzare con reciproco vantaggio il consenso fino a questo momento raccolto.

L’intesa di Governo è solida e il compito più politicamente difficile di dover sacrificare qualche promessa sull’altare dei desiderata di Bruxelles viene lasciato ai membri “indipendenti” di Palazzo Chigi. I mercati sembrano capirlo e l’apertura di queste prime ore vede un deciso ripiegamento dei rendimenti verso il basso (e relativo spread con la Germania) dei titoli italiani dopo la derapata della settimana precedente.

Il Bund non si muove come pure il T-bond, che resiste rocciasamente appena al di sotto della barriera psicologica del 3% (2,99%), mentre gli spread dei corporate high-yield limano qualche ulteriore centesimo (358 e 335 rispettivamente per le emissioni in euro e quelle in dollari) a riprova di un abbassamento del livello generale di rischio percepito.

Il dollaro si mantiene nella fascia bassa di 1,16 contro euro, mentre si rafforza leggermente il franco svizzero che prova a ricercare quota 1,12. I futures di Wall Street mostrano un segno negativo molto contenuto come le Borse europee che metabolizzano le chiusure deboli dell’Asia con l’eccezione di Tokyo; tutti motivi per i quali si potrebbe assistere in giornata ad un ulteriore timido rafforzamento dei corsi dei titoli obbligazionari di più elevata qualità.