Vimi Fasteners (Aim) – Un business che raggiunge diversi mercati

Gli analisti di ValueTrack hanno assegnato a Vimi Fasteners un fair value di 4 euro, che implica un potenziale di upside di circa il 25% rispetto al prezzo di chiusura di ieri a 3,19 euro.

Per esprimere il proprio giudizio ValueTrack ha analizzato il mercato di riferimento del gruppo, ovvero quello dei fasteners industriali, vale a dire soluzioni di fissaggio come viti, dadi, etc.

Il mercato è molto frammentato e differenziato, sia per quanto riguarda i settori di sbocco, sia per la tipologia dei player, sia riguardo alle caratteristiche dei prodotti.

In particolare, i prodotti si dividono in due macro categorie: una tipologia strettamente merceologica, caratterizzata da bassi costi e grandi volumi di produzione e distribuita dai venditori locali, e una tipologia caratterizzata da un alto livello tecnologico e volumi più bassi, nella quale opera Vimi Fasteners.

Data la differenziazione non è facile determinare il valore del mercato, per il quale al momento è stimato un giro d’affari di circa 85 miliardi di dollari, di cui 41 legati alla produzione e vendita in loco e 44 relativi ai flussi di import-export.

È dunque anche complesso identificare un tasso di crescita del mercato, che fino al 2022 dovrebbe evidenziare un Cagr del 5,4% principalmente guidato dall’andamento del Pil e dei vari mercati di sbocco dei prodotti.

Tra questi il principale, sia in generale che per Vimi Fasteners, è l’Automotive che a medio termine dovrebbe proseguire la propria crescita con un passo low-single digit, mentre a lungo termine le incognite sono maggiori e legate principalmente alla mobilità condivisa, allo spostamento fra regioni della produzione e all’elettrificazione.

Proprio la e-mobility, connessa anche alle regolamentazioni più stringenti sull’inquinamento approvate dall’UE, potrebbe essere nei prossimi anni una delle principali sfide per i produttori di fastener.

I veicoli elettrici infatti non necessitano di soluzioni di fissaggio resistenti alle alte temperature, ma anzi di componenti fatte di materiali più leggeri come la plastica.

La domanda potrebbe essere controbilanciata dalla richiesta di soluzioni realizzate con leghe più leggere ad alta resistenza, principalmente legata ai motorsport.

Il mercato delle soluzioni di fissaggio connesse all’Automotive si sta muovendo dunque verso fasteners sempre più customizzati, un maggiore uso di materiali plastici e leggeri, una dilatazione del segmento delle passengers car, una forte crescita nelle applicazioni, nei rivestimenti interni e un sempre maggiore peso di Cina, India e Giappone.

La fase di transizione del comparto Automotive potrebbe quindi mettere sotto pressione gli OEM, che di conseguenza potrebbero trasferirla ai propri fornitori.

Vimi Fasteners è però pronta a cogliere le opportunità anche in altri ambiti di sbocco, a partire dall’Oil & Gas nel quale è recentemente entrata con l’acquisizione di M.F. Inox.

La domanda in questo settore, che richiede soluzioni di fissaggio ad altissime prestazioni ed in grado di essere utilizzate in situazioni corrosive e con temperature estreme, sarà trainata da Capex e dallo sviluppo del petrolio, recentemente favoriti dal previsto incremento della domanda e dall’aumento dei prezzi.

Altre prospettive interessanti potranno aprirsi nel settore dell’Aerospazio, il cui valore cumulato tra il 2017 e il 2026 è stimato 6.100 miliardi di dollari, di cui circa 90 miliardi relativi ai fasteners.

Questi ultimi due settori potrebbero in particolare essere un’ottima opportunità per Vimi, grazie alle economie emergenti dall’utilizzo di materie prime già impiegate, al cross selling tra i prodotti e all’upscaling della clientela.

Infine, un’ulteriore area di sbocco è l’Agricoltura, guidata dal prezzo delle materie prime che sta mostrando i primi segnali di ripresa dopo i minimi del 2014-15.

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