Mercati – Milano resta tonica (+1,6%) con gli eurolistini dopo avvio Wall Street

Proseguono gli acquisti sulle Borse europee, dopo il rapporto di ottobre sul mercato del lavoro statunitense e l’apertura contrastata di Wall Street. Intorno alle 14:40 il Ftse Mib avanza dell’1,6% in are 19.500 punti, ben intonato come il Dax di Francoforte (+1,5%), il Cac 40 di Parigi (+1,4%), l’Ibex 35 di madrid (+1%) e il Ftse 100 di Londra (+0,8%).

Fra i listini americani avanzano leggermente il Dow Jones (+0,6%) e lo S&P 500 (+0,5%) mentre il Nasdaq resta sulla parità, appesantito da Apple (-5,2%). Nell’ultimo trimestre dell’anno fiscale al 30 settembre 2018 il colosso di Cupertino ha battuto le attese ma gli investitori non hanno apprezzato l’outlook sui ricavi del periodo ottobre-dicembre e la decisione di non comunicare più, a partire dai prossimi risultati periodici, il numero di iPhone, iPad e Mac venduti.

Nel frattempo, i dati macro americani hanno evidenziato una crescita oltre le attese dei nuovi impieghi nel settore non agricolo, pari a 250 mila unità contro le 200 mila previste, nonostante la revisione al ribasso della rilevazione di settembre (da 134 a 118 mila). Stabile il tasso di disoccupazione sui minimi da 48 anni al 3,7% mentre i salari medi orari mostrano una crescita mensile dello 0,2% e tendenziale del 3,1%, sopra il 3% per la prima volta dal 2009.

Numeri che consolidano le prospettive di un ulteriore rialzo dei tassi da parte della Fed nel meeting di dicembre e in generale supportano la politica monetaria incentrata su un graduale incremento del costo del denaro. Inoltre, il report conferma l’ottimo stato di salute del mercato del lavoro a stelle e strisce a pochi giorni dalle elezioni statunitensi di medio termine, in programma martedì.

La principale fonte di ottimismo dei mercati, quest’oggi, è però dettata dalla distensione dei rapporti commerciali Usa-Cina. Il presidente americano Donald ha avito una conversazione telefonica “estremamente positiva” con il leader cinese Xi Jinping, mentre il portavoce del ministero degli Esteri del Paese asiatico, Lu Kang, ha confermato la volontà comune di “rafforzare gli scambi economici”.

Secondo indiscrezioni, Trump avrebbe già ordinato ai propri funzionari di mettere a punto una bozza di accordo commerciale, da discutere con il numero uno di Pechino in occasione del G20, in programma a fine novembre in Argentina.

In Europa si attendono i risultati degli stress test dell’Eba e della Bce, che secondo indiscrezioni sarebbero stati superati dagli istituti italiani. Intanto prosegue il recupero dei titoli di Stato domestici, con il rendimento del decennale in calo al 3,34% e lo spread Btp-Bund in discesa a 291 punti base, aspettando sviluppi sulle trattative tra Governo italiano e Commissione Europea per la revisione della manovra finanziaria.

Sul Forex il dollaro argina le perdite tornando a quota 1,141 nei confronti dell’euro. In rialzo il cambio fra la valuta americana e lo yen, in area 113. Poco mossa la sterlina (1,30 dollari, 0,878 rispetto alla moneta unica), dopo la decisione unanime di ieri da parte della Bank of England di mantenere i tassi invariati. L’istituto ha inoltre comunicato che la Brexit sta pesando sull’economia britannica e che ulteriori aumenti del costo del denaro avverranno gradualmente, lasciando intendere una lieve accelerazione nel caso di un’uscita “morbida” dall’UE.

Tra le materie prime viaggiano poco mosse le quotazioni del greggio, con Wti e Brent rispettivamente a 63,4 e 72,7 dollari al barile mentre l’oro resta in area 1.235 dollari l’oncia.

A Piazza Affari svetta MONCLER (+6,5%), sostenuta come l’intero settore del lusso dall’allentarsi delle tensioni sull’asse Usa-Cina. In evidenza anche FCA (+5,3%) dopo le vendite negli Stati Uniti in crescita oltre le attese nel mese di ottobre. Ben intonate le banche sulle anticipazioni in merito agli stress test, in particolare BANCO BPM (+3,5%), BPER (+3,6%), UBI (+3%) e UNICREDIT (+2,6%). Sostanzialmente in linea con il mercato LEONARDO (+1,4%) che ha ricevuto dal Consiglio dei Ministri l’autorizzazione prevista dalla legge sulla golden power ad elevare al 100% la quota di possesso in Vitrociset. Rialzi più contenuti per le utilities, addirittura in negativo A2A (-0,6%).