Lusso – Ernst & Young stima la crescita del 3% annuo al 2021 (+7,5% per il premium)

Secondo uno studio di Ernst & Young, nel prossimo triennio il settore del lusso nel mondo crescerà in media del 3% l’anno, mentre più decisa, tra il 7% e l’8%, sarà la spinta del segmento premium e entry-to-luxury, che ha una fascia di prezzo più accessibile.

Dalla lettura del “Luxury and cosmetics financial factbook” emerge la radicalizzazione dell’alto di gamma (+3,6%) e della fascia intermedia (+6%).

A trainare il settore del lusso saranno le calzature (+10% la crescita media annua stimata contro il +5% dell’abbigliamento), mentre il segmento premium sarà spinto dalle varie tipologie di prodotto in modo abbastanza uniforme, con un picco in particolare per borse e accessori (+9%).

In un settore che rallenta la sua corsa, si riscontra sempre di più la polarizzazione tra marchi vincenti e perdenti, come si evince dal dato sull’attività di M&A che, nel solo 2017, sono salite del 20% a 140 operazioni, mentre nel primo semestre di quest’anno, sono ferme a quota 44.

La chiave, hanno sottolineato gli analisti di EY, non sono più solo l’alta qualità, la forte tradizione e una buona rete retail. A fare la differenza è la capacità di rendere i propri prodotti fortemente attrattivi e intriganti, nell’intento di renderli non convenzionali e provocanti.

Ne discende la necessità di una comunicazione che coinvolga sempre di più il consumatore attraverso i social media e l’utilizzo degli influencer, che hanno un tasso di influenza sugli acquisti intorno al 35%/40%, secondo le stime descritte nello studio. Aggiungendo il passaparola, la percentuale di influenza sugli acquisti sale al 65 per cento. Dati sostanzialmente stabili negli ultimi anni che sottolineano il ruolo ormai piuttosto contenuto dei media tradizionali.

Se l’online influenza più della metà degli acquisti, è vero anche che l’e-commerce in sé sta crescendo meno delle previsioni, in particolare nel lusso, e potrebbe essere arrivato a un punto di stabilità. Un canale che presenta un ostacolo insormontabile per il consumatore, ovvero la sua esperienza “fisica” negli store e nell’azione che porta all’acquisto, che l’online non è ancora in grado di realizzare.