Obbligazioni – Un barlume dagli ordini industriali tedeschi

Quando il mercato comincia a cavalcare una tendenza, quasi ogni dato o notizia viene letta e interpretata a suffragio di tale atteggiamento. È quasi un accanimento, talvolta, che tuttavia facilita quell’effetto gregge (herd behaviour) e porta al cosiddetto autoavveramento delle previsioni.

Dall’espressione rallentamento dell’economia si è passati rapidamente e in maniera assai imprudente ed azzardata a parlare di recessione senza che ne esistano i minimi presupposti e ricercando nel movimento dei tassi la conferma provata di questo scenario.

Peccato che i tassi fluttuino proprio in funzione della domanda di mercato e che il loro movimento sia, di fatto, originato proprio da coloro che ricercano in questi valori il significato che essi stessi gli hanno attribuito.

Il dato sugli ordini all’industria tedesca sorprende nel segno e nella misura. È un dato positivo, ancor più alla luce della revisione al rialzo del precedente e avrebbe dovuto, a rigor di logica, portare ad una piccola reazione al rialzo dei rendimenti del Bund, anche solo marginale.

Nella realtà tutto è fermo e semmai orientato ancora verso il basso con la sola eccezione del Btp che sconta oggi l’attesa di conoscere i dati definitivi di una manovra ritoccata per ingraziarsi la benevolenza di Bruxelles. Il che non toglie né aggiunge nulla alle considerazioni iniziali.

In questo limbo terreno, è logico rivolgere lo sguardo anche a ciò che fanno gli spread sull’high-yield, termometro fedele della maggiore propensione o, letta all’inverso, avversione al rischio.

Ancora una volta, i rispettivi valori per i titoli in euro e in dollari riprendono il corso ad entrambi più familiare di quest’ultimo periodo e si riportano a 481 e 429 punti base, mantenendo costante la distanza l’uno dall’altro.

È un segnale inequivocabile di prudenza che spinge ancora una volta a spostare la liquidità verso i titoli più sicuri e, come dovrebbe apparire evidente, schiacciare ulteriormente al ribasso i rendimenti di questi ultimi. Il rinvio al terzo paragrafo è d’obbligo.