Obbligazioni – Una settimana all’insegna dell’Europa

Ci sono molti appuntamenti importanti che condizioneranno la settimana corrente europea.

Sotto il profilo squisitamente tecnico, in cima alla lista sta sicuramente il meeting della Bce di giovedì 13 che precede di sei giorni l’analogo appuntamento della Fed.

Trattandosi dell’ultimo appuntamento del 2018 e considerata la coincidenza con l’esaurimento del programma di acquisto di titoli (APP), l’attesa è per quanto verrà detto nella conferenza stampa che seguirà al comunicato sui tassi ufficiali, unanimemente previsti invariati.

I temi che potranno essere toccati sono diversi e, oltre a quelli squisitamente economici, dipenderanno probabilmente da altri eventi che anticipano il meeting.

La Corte di Giustizia europea ha stabilito la possibilità per la Gran Bretagna di revocare unilateralmente la richiesta di uscita dall’Unione, quasi una ciambella di salvataggio alla vigilia del voto di domani alla Camera dei Comuni sul piano europeo per la Brexit che potrebbe determinare l’affondamento di May.

Poi ci sarà il discorso alla nazione di Macron con probabili ampie revisioni e concessioni per contenere una protesta di piazza che potrebbe determinare una crisi istituzionale.

Mercoledì, consegnate le nuove cifre della manovra, dovrebbe partire il negoziato finale tra il Governo italiano e la Commissione per scongiurare l’effettiva irrogazione di sanzioni.

A tutto questo si può aggiungere il cambio del testimone alla guida della Cdu in Germania anche se con effetti che si potranno vedere solo con l’andare del tempo.

I benchmark europei stanno alla finestra con rendimenti grosso modo invariati rispetto alle chiusure di venerdì con una maggiore debolezza per i Btp che scontano necessariamente la fase finale di quello che era cominciato come un braccio di ferro con Bruxelles per poi essersi trasformato in un naturale negoziato.

Poco da dire sugli Usa che si prenderanno totalmente la scena nella settimana prima di Natale: il dollaro apre leggermente indebolito riportandosi sopra 1,14 con i futures di Wall Street che non annunciano un recupero dopo la debacle di venerdì. Anche il recupero del prezzo del greggio sui tagli alla produzione annunciati da Arabia Saudita e Russia si sta mostrando di corto respiro.

Infine gli spread sui corporate high-yield che per i titoli in euro sono ormai arrivati a sfiorare il 5% (498 punti base per l’esattezza) e quelli in dollari giunti al 4,5%.