Interpump ha riportato brillanti risultati nel primo semestre con vendite in progresso del 22% (10% organico) e un Ebitda salito anno su anno del 33% con un margine al 21,5 per cento; un picco che non si vedeva dal 2008.
La storia borsistica dell’azienda emiliana è stata di successo per molti anni ed il gruppo è fra i più amati dal mercato in quanto gli analisti gli riservano un buy alla sostanziale unanimità (9 su 10) e l’unico che non consiglia di acquistare suggerisce di mantenere l’azione in portafoglio, mentre sono assenti i sell.
Ed il motivo di tutto ciò risiede negli ottimi risultati e nel susseguirsi delle indicazioni positive fornite dal management. Scenario ripropostosi nell’ultima confernce call quando sono state fornite indicazioni molto positive sull’anno in corso e ciò ha portato il consensus sull’Ebitda nella parte alta del range fornito (122-130 milioni di euro).
Tutto bene, quindi, anche se una parte del mercato inizia a interrogarsi sulla tenuta di lungo periodo di questa crescita. Questo anche perché recentemente Man ha abbassato le stime e una comunicazione analoga è stata fatta da Palfinger; società di riferimento per Interpump in quanto rappresentano due aziende attive nei principali bacini di sbocco per i prodotti del gruppo emiliano. Le vendite di Interpump sono infatti legate per un 15% al settore dei veicoli commerciali pesanti, mentre il warning di Palfinger è ancora più significativo in quanto la maggior parte della crescita è collegata ai progressi nella divisione idraulica, che ha visto l’Ebitda margin passare dal 14.5% al 18 per cento. Ma ora, con i profit warning sopra esposti, il mercato potrebbe iniziare a credere Interpump sia arrivata ad un picco di marginalità e, secondo alcuni attori, non sarebbe così improbabile una pausa di riflessione trattando a più di 9 volte l’Ebitda atteso.