Obbligazioni – Dai verbali della Fed la conferma della stretta

Il giro di boa di metà settimana ritrova il vento contrario.

Sono diversi i temi che rinfocolano i dubbi e i timori dei mercati che tracciano immediatamente nei prezzi il repentino cambio di umore.

La lettura dei verbali della Fed conferma la politica di una stretta lenta e progressiva dei tassi idonea a non surriscaldare un’economia a pieno regime. La scelta delle parole di voler accompagnare la crescita economica su un percorso stabile e senza sbalzi attraverso una politica monetaria molto attenta dimostra la totale refrattarietà della principale Banca Centrale alle obiezioni e critiche mosse dalla politica.

Il dollaro si rafforza inevitabilmente e ritorna sotto quota 1,15 per poi risalire poco sopra in queste prime ore, mentre il rendimento del T-bond sale di qualche decimale e si riporta al 3,20%.

Guardando all’Europa si scalda il ”dossier” Italia e il Btp ritorna sotto pressione sulle improvvide dichiarazioni e ritrattazioni rilasciate da qualche politico europeo, mentre giunge oggi a Roma Moscovici per incontrare il ministro Tria ed ottenere chiarimenti sulla manovra.

Il decennale italiano risale e anche lo spread si allarga riportandosi a ridosso di 310 punti base anche, va sottolineato, per l’andamento inverso del Bund, ormai ritornato abbondantemente sotto quota 0,50%.

Sul movimento dei rendimenti italiani ha contribuito poi l’annuncio di un’operazione di concambio di titoli da parte del Mef che ha probabilmente innescato operazioni di arbitraggio nel mercato all’ingrosso già a partire dal primo pomeriggio di ieri.

Sul tavolo europeo, infine, continua a non trovare una soluzione la questione Brexit, mostrando tutti i limiti della ricerca di un negoziato dai nodi insolubili.

Unica nota positiva: la discesa del greggio dai picchi dei giorni scorsi che si annoda probabilmente con il mistero Kashoggi che ha visto scomodare il Segretario di Stato americano Mike Pompeo in una rapida quanto inaspettata missione a Riyad.