Mercati – Europa debole senza faro Usa, Milano in coda a -0,6%

Chiusura in calo per le borse europee, orfane di Wall Street per la festività del Thanksgiving Day.

A piazza Affari il Ftse Mib archivia le contrattazioni in ribasso dello 0,6% a 23.342 punti, segnando la peggior performance del Vecchio Continente. Deboli anche il Dax di Francoforte (-0,3%), il Ftse 100 di Londra (-0,2%), il Cac 40 di Parigi (-0,2%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,1%).

Ad appesantire il sentiment degli investitori, la firma del presidente americano Donald Trump sulla legge a sostegno delle proteste a Hong Kong. Una mossa che ha indispettito Pechino, pronta a non meglio precisate ritorsioni, e che potrebbe allungare nuovamente i tempi per il raggiungimento di un accordo commerciale fra le due superpotenze.

Sul fronte macro, sono stati diffusi i dati preliminari di novembre sull’inflazione in Germania, in calo dello 0,8% su base mensile rispetto al -0,6% stimato dagli analisti. Nell’eurozona, la fiducia dei consumatori si è confermata a -7,2 punti mentre in Italia, a ottobre, i prezzi alla produzione sono rimasti invariati.

Sul Forex l’euro/dollaro risale lievemente sopra quota 1,10 mentre il dollaro/yen scambia a 109,5, con il biglietto verde che cede parte dei guadagni dei giorni scorsi, sostenuti in parte dalla revisione al rialzo del Pil Usa del terzo trimestre da +1,9% a +2,1 per cento. Ritraccia a 1,29 dollari la sterlina, precedentemente spinta da un sondaggio che suggerisce una larga maggioranza del partito Conservatore nelle prossime elezioni UK del 12 dicembre.

Tra le materie prime calano per il secondo giorno consecutivo le quotazioni del greggio con il Brent (-0,4%) a 63,8 dollari e il Wti (-0,4%) a 57,9 dollari, dopo l’aumento superiore alle attese delle scorte statunitensi evidenziato ieri dai dati settimanali dell’Energy Information Administration.

Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund sale a 160 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,23 per cento.

Tornando a Piazza Affari, fra le big cap spicca Moncler (+2,4%) mentre arretra ancora Atlantia (-2,4%) appesantita dall’incertezza sul futuro della concessione, seguita da Cnh (-1,8%) e Azimut (-1,8%).