Mercati – Milano la peggiore (-1%) in Europa, Ftse Mib sotto 23 mila punti

Piazza Affari chiude in coda alle borse europee, con il Ftse Mib che buca al ribasso i 23 mila punti e archivia le contrattazioni in calo dell’1% a 22.956 punti.

Deboli anche il Dax di Francoforte (-0,5%), il Cac 40 di Parigi (-0,6%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,3%) mentre il Ftse 100 di Londra termina poco distante dalla parità (-0,1%).

Oltreoceano, viaggiano poco mossi Dow Jones (-0,2%), S&P 500 (-0,1%) e Nasdaq (-0,1%), dopo i rialzi di venerdì scorso innescati dal job report migliore delle aspettative.

Gli investitori attendono segnali dal commercio, mentre si avvicina la deadline del 15 dicembre entro cui Cina e Stati Uniti dovrebbero trovare un accordo per evitare i nuovi dazi che porterebbero ad una nuova escalation di tensioni. Dall’agenda macroeconomica, nel frattempo, è emerso un nuovo calo, il quarto consecutivo, dell’export cinese (-1,1% a novembre), in particolare verso gli Usa (-23%).

Venerdì il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow, ha confermato che le parti sono vicine ad un’intesa e stanno negoziando sulla quantità di prodotti agricoli statunitensi che Pechino è disposta ad acquistare, mentre il presidente Donald Trump è soddisfatto dei colloqui che proseguono quasi quotidianamente.

Possibili spunti anche dalle banche centrali, in vista delle riunioni di Fed e Bce (la prima presieduta da Christine Lagarde) in calendario fra mercoledì e giovedì. Non sono attesi movimenti dei tassi, ma gli istituti potrebbero rilasciare proiezioni sulla politica monetaria del 2020.

Focus anche sulle elezioni britanniche del 12 dicembre, che in caso di vittoria dei conservatori del premier Boris Johnson, come previsto dai sondaggi, aumenterebbero le probabilità di Brexit entro il 31 gennaio.

Sul Forex l’euro/dollaro avanza lievemente a 1,1069, mentre il cambio fra biglietto verde e yen è pressoché invariato a 108,62. Ancora ben intonata la sterlina, che si fissa a 1,315 dollari e 0,842 nei confronti della moneta unica.

Tra le materie prime, ritraccia il petrolio con il Brent a 64,25 (-0,2%) dollari e il Wti a 58,99 (-0,3%) dollari al barile, dopo i recenti rialzi innescati dall’aumento dei tagli all’output stabilito dall’Opec e i suoi alleati. Poco mosse le quotazioni dell’oro a 1.460 dollari l’oncia.

Sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund si riduce a 158 punti base, con il rendimento del decennale italiano in forte calo all’1,28% (fonte Bloomberg).

Proseguono i lavori sulla manovra, che dovrebbe approdare in Senato giovedì per essere approvata venerdì. Intanto Fitch ha sottolineato che il miglioramento delle relazioni fra Italia ed Europa non è sufficiente ad eliminare l’incertezza sul fronte dei conti pubblici e c’è un elevato rischio che il governo non arrivi a fine mandato.

Tornando a piazza Affari, le vendite investono quasi tutti i titoli del listino principale, in particolare Ferragamo (-3,8%), Azimut (-3,6%), che ha registrato una raccolta netta positiva di 292 milioni a novembre e Recordati (-3%).

In controtendenza Stm (+0,4%) e Tenaris (+0,4%).Poco mossa Atlantia (+0,05%), dopo le parole del premier Conte secondo cui una decisione sulla concessione è attesa entro fine anno.

In calo dello 0,9% Fca che ha presentato ricorso contro un ordine dell’UE che la obbligherebbe a pagare 30 milioni di euro di tasse arretrate in Lussemburgo, mentre la cinese Dongfeng Motor dovrebbe tagliare la sua partecipazione in PSA, agevolando una fusione tra quest’ultima e Fca.