Mercati – Apertura in calo, Ftse Mib a -4,2%

Apertura in rosso per le borse europee, con i mercati che continuano a temere che gli interventi messi in campo dalle banche centrali non siano sufficienti ad evitare una recessione globale a causa dell’emergenza coronavirus.

A Milano il Ftse Mib lascia sul terreno il 4,2% in area 15.280 punti. In calo anche il Dax di Francoforte (-4,9%), l’Ibex 35 di Madrid (-4,6%), il Ftse 100 di Londra (-4,6%) e il Cac 40 di Parigi (-4,5%).

Ieri sera, la Federal Reserve è intervenuta anticipando il meeting in programma nei prossimi giorni, abbassando i tassi di interesse di 100 puti base allo 0-0,25% e annunciando un nuovo Quantitative easing da 700 miliardi di dollari.

Il presidente Jerome Powell ha però confermato di essere contrario all’idea di tassi di interesse negativi, evidenziando come sia improbabile che gli Stati Uniti seguiranno l’esempio di Europa e Giappone in futuro.

Massicci interventi anche da parte delle altre banche centrali mondiali tra cui la Bank of Japan, che ha lasciato invariato il costo del denaro ma ha rafforzato il suo piano di acquisti di asset e dichiarato che adotterà ulteriori misure se necessario.

Sul sentiment degli operatori pesano però i dati macroeconomici provenienti dalla Cina, che hanno sottolineato ulteriormente l’impatto economico della diffusione del coronavirus.

Tra gennaio e febbraio, le vendite al dettaglio nella prima economia asiatica sono crollate del 20,5% rispetto allo scorso anno (+0,8% il consensus), mentre la produzione industriale è diminuita del 13,5% (+1,5% il consensus).

Intanto sul Forex il biglietto verde si indebolisce nei confronti delle altre valute, con il cambio euro/dollaro in rialzo a 1,118 e il dollaro/yen in discesa a 106,5.

Tra le materie prime l’oro viaggia in area 1.533 dollari l’oncia, mentre prosegue la discesa delle quotazioni del greggio con il Brent (-5,2%) a 32,1 dollari e il Wti (-3,7%) a 30,6 dollari.

Sull’obbligazionario, infine, torna a impennarsi lo spread Btp-Bund, in rialzo di 17 punti base a 250 punti con il rendimento del decennale italiano all’1,93%, in attesa dei provvedimenti del governo a sostegno dell’economia.