Mercati – Tornano le vendite, Milano in calo (-3,1%) con l’Europa e Wall Street

Chiusura in ribasso per i listini del Vecchio Continente, mentre gli indici americani bruciano parte dei guadagni della settimana in un clima nuovamente appesantito dalla diffusione del coronavirus a livello globale.

A Milano il Ftse Mib archivia gli scambi in calo del 3,1% a 16.822 punti, seguito dal Dax di Francoforte (-3,7%), l’Ibex 35 di Madrid (-4%), il Cac 40 di Parigi (-4,2%) e il Ftse 100 di Londra (-5,5%).

Oltreoceano il Dow Jones perde il 3 %, lo S&P 500 il 2,9% e il Nasdaq il 2,9 per cento. Gli indici a stelle e strisce restano comunque ben impostati per realizzare la migliore ottava in 11 anni, pur rimanendo in perdita di circa il 25% rispetto ai massimi di febbraio. Il Vix, l’indice della volatilità, è invece alla decima seduta consecutiva sopra quota 60 punti a fronte di una media pari a 18,7 punti negli anni passati.

La spinta innescata dagli stimoli di governi e banche centrali si è parzialmente esaurita e la continua diffusione del Covid preoccupa gli investitori, con il numero di contagi nel mondo che ha superato le 550 mila unità e oltre 25 mila decessi. Il Fondo Monetario Internazionale ha chiarito che quella in corso è una recessione anche peggiore rispetto al 2008. Una ripresa, anche “notevole”, resta possibile per il 2021 ma solo se verranno implementati tutti gli sforzi possibili.

Oggi la Camera statunitense darà il via libera al programma di interventi per 2.000 miliardi di dollari, ieri il G20 ha deciso di iniettare più di 5 mila miliardi di dollari nell’economia mondiale, mentre in Europa non si è ancora trovato un accordo sugli strumenti per affrontare la crisi in modo coordinato. I contrasti hanno riguardato la bozza di comunicato, bocciata dall’Italia, e la proposta sui ‘coronabond’, su cui si sono dichiarati contrari Germania, Olanda, Austria e Finlandia.

Dall’agenda macro sono giunti i dati sulla fiducia dei consumatori di Italia e Francia, entrambe in calo a marzo, mentre negli Usa, a febbraio, il reddito personale negli Usa cresce dello 0,6% (consensus +0,4%) e le spese per consumi personali sono salite invece dello 0,2%, in linea con le aspettative. L’indice di fiducia dell’Università del Michigan è sceso a 89,1 punti a marzo, minimo dal 2008.

Sul Forex l’euro/dollaro si stabilizza in area 1,10 mentre il cambio fra biglietto verde e yen scivola a 108,3.

Tra le materie prime l’oro viaggia a 1.618 dollari l’oncia, mentre crollano ancora le quotazioni del greggio con il Brent (-7,2%) a 24,4 dollari, sui minimi dal 2003 e il Wti (-5,4%) a 21,4 dollari, sui livelli del 2002.

Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund risale di circa 22 bp in area 180 punti base, con il rendimento del decennale italiano in rialzo all’1,31 per cento. Nell’asta dei Bot semestrali da 7 miliardi di stamattina il rendimento è salito a 0,055% da -0,287% di fine febbraio, toccando il massimo da fine dicembre 2018.

Tornando a Piazza Affari, le vendite investono gran parte del Ftse Mib e in particolare Buzzi (-8,7%) e Nexi (-7,5%) oltre a banche, finanziari e industriali. In controtendenza le utilities Terna (+2,9%) ed Hera (+2,55%).