Mercati – Europa migliora con listini Usa e Milano termina a +0,3%

Chiusura perlopiù positiva per le borse europee, sostenute da Wall Street che beneficia in parte di alcuni segnali positivi dal comparto healthcare.

A Piazza Affari il Ftse Mib archivia gli scambi in rialzo dello 0,3% a 16.872 punti, preceduto dal Cac 40 di Parigi (+0,6%), il Ftse 100 di Londra (+0,9%) e il Dax di Francoforte (+1,9%) mentre l’Ibex 35 di Madrid perde l’1,9 per cento. Oltreoceano il Dow Jones avanza del 2,15%, lo S&P 500 guadagna il 2,25% e il Nasdaq il 2,6 per cento.

I mercati continuano a monitorare attentamente la diffusione del coronavirus e i suoi impatti sull’economia. Il computo globale dei contagi ha raggiunto quota 740 mila, con oltre 35 mila decessi e un incremento preoccupante negli Stati Uniti che ha portato il presidente americano Donald Trump a prolungare fino a fine aprile le misure di contenimento dell’epidemia, precedentemente previste fino a Pasqua (12 aprile).

Qualche notizia positiva arriva dalle società statunitensi Abbott Laboratories (+7,2%) e Johnson & Johnson (+6,7%). La prima ha lanciato un test portatile super veloce per l’individuazione del virus mentre la seconda ha annunciato che a settembre partiranno i test su un potenziale vaccino.

In Europa permane l’incertezza sui provvedimenti da adottare per fronteggiare la crisi, dopo il rinvio della scorsa settimana. Secondo il commissario UE agli Affari economici, Paolo Gentiloni, la divisione tra i Paesi membri può essere superata partendo dagli obiettivi comuni da finanziare e dialogando con la Germania.

Per quanto riguarda le banche centrali, l’istituto cinese ha tagliato il tasso repo a sette giorni al 2,2%, minimo degli ultimi cinque anni, mentre la Bce ha chiesto alle banche dell’Eurozona di non pagare dividendi e di non procedere a buyback almeno fino a ottobre, utilizzando gli utili per sostenere l’economia colpita dalla pandemia.

Nell’agenda macroeconomica spicca il crollo dell’indice manifatturiero elaborato dalla Federal Reserve di Dallas, sprofondato a -70 punti a marzo rispetto a 1,2 punti di febbraio. Nell’eurozona calano la fiducia dei consumatori (a -11,6 punti) e la fiducia economica, che registra la peggior contrazione dal 1985 (a 94,5 punti). Poco sopra le attese l’inflazione tedesca (+0,1% su base mensile a marzo, +1,4% annuo).

Sul Forex l’euro/dollaro cala a 1,103 mentre il cambio tra biglietto verde e yen rimane poco mosso in area 108.

Tra le materie prime arretrano ancora le quotazioni del greggio, spinte sui minimi da 17 anni dalle prospettive di recessione e dallo scontro fra Arabia Saudita e Russia, con il Brent (-11,5%) a 22 dollari e il Wti (-5,2%) a 20,4 dollari, mentre l’oro viaggia poco mosso a 1.621 dollari l’oncia.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund risale a 198 punti base, con il rendimento del decennale italiano in rialzo all’1,48%.

Tornando a Piazza Affari, arretrano i bancari dopo le disposizioni della Bce, con Unicredit (-7,5%) e Intesa (-6,1%) fra le peggiori insieme ad Atlantia (-7,55%) mentre avanzano Recordati (+7,65%), Diasorin (+7,4%) e Italgas (+6,3%).