Mercati Usa – Ultime due sedute negative

Si chiudono in rosso sia l’ultima seduta del mese di aprile che la prima del mese di maggio, regolarmente aperta negli Stati Uniti, portando il bilancio settimanale in lieve discesa dopo una partenza sprint nelle prime tre giornate di contrattazioni.

A fermare la discesa non è bastata la batteria di trimestrali molto convincenti da parte di quasi tutti i titoli della pattuglia dei FAANG, con Microsoft in aggiunta.

Gli indici hanno girato in negativo sin da giovedì appena raggiunte resistenze importanti che non sono stati in grado di superare per il momento. Il mega rimbalzo nelle ultime sei settimane ha raggiunto il 30% dai minimi e dovrà essere digerito con il mix di brutte notizie che continuano ad uscire sul fronte macroeconomico.

Nella giornata di chiusura dei mercati europei, ad eccezione della piazza di Londra, il Dow Jones termina in ribasso del 2,6%, lo S&P500 del 2,8% ed il Nasdaq del 3,2%. Ancora più pesante il crollo del Russell 2000 che in due sedute cancella quasi tutto il rialzo (+10%) di inizio settimana.

Esplode la volatilità con il VIX in rialzo del 12% che si riporta vicino ad area 40 a quota 38,35 punti.

Nell’ultima seduta calano sia Amazon (-7,6%) che Apple (-1,6%), in scia a trimestrali molto brillanti ma ampiamente scontate dal mercato.

La prima società di e-commerce al mondo ha comunicato che investirà quattro miliardi nei sistemi di sicurezza per il personale nella lavorazione delle merci.

Pesante anche il settore petrolifero con Exxon (-7,6%) che registra la prima perdita trimestrale in oltre trent’anni, mentre Tesla perde il 10% in scia ad un commento del suo fondatore che  la quotazione del titolo è troppo elevata con successive forti polemiche per la perdita di oltre 13 miliardi di dollari di capitalizzazione.

Sensibile calo anche per l’indice ISM manifatturiero il quale per il secondo mese scende al di sotto della soglia dei 50 punti a quota 41.5, il livello più basso dall’aprile 2009.

Infine, anche il Presidente Trump ha contribuito ad alimentare il nervosismo innalzando la tensione con la Cina sulla responsabilità per la diffusione del virus.

Sul fronte obbligazionario salgono i rendimenti di due punti base su entrambe le principali scadenze, la biennale e la decennale, allo 0,2% ed allo 0,64%.

Tra le materie prime, il petrolio guadagna il 5% a quota 19,78 dollari al barile mettendo a segno un rimbalzo del 16% nella scorsa ottava.

Deboli, al contrario, i metalli preziosi che chiudono in lieve calo dopo una partenza sprint dell’argento (+4%).

Infine, sul mercato valutario il dollaro continua la fase di debolezza delle ultime sedute e chiude a 1,098 nei confronti della moneta unica.