Mercati Asiatici – Prove di rimbalzo per Cina e Giappone, Nikkei a +2,4%

Prove di rimbalzo per i principali listini asiatici dopo la seduta contrastata lo scorso venerdì a Wall Street, dove una frenata nel rialzo dei rendimenti obbligazionari ha favorito un tentativo di recupero dei titoli tecnologici.

Nella scorsa ottava l’aumento dei rendimenti obbligazionari ha innescato un ampio sell-off, in primis sui titoli tecnologici, che hanno chiuso la peggiore settimana da ottobre. Le vendite hanno acquisito slancio quando il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni si è spostato fino all’1,6% (oggi scende all’1,4%), un livello che non si vedeva da più di un anno.

Un andamento che riflette la crescente fiducia tra gli investitori che l’economia è sulla via della ripresa in scia alle notizie positive sui vaccini (l’Fda ha dato il via libera al vaccino di Johnson&Johnson) ma anche le aspettative che l’inflazione è diretta al rialzo, il che potrebbe spingere le banche centrali ad aumentare i tassi di interesse per raffreddare gli aumenti dei prezzi.

Il tutto nonostante le rassicurazioni arrivate dal presidente della Fed, Jerome Powell, sulla prosecuzione di una politica monetaria accomodante.

Intanto, la Camera ha approvato il piano di stimoli da 1.900 miliardi annunciato dal presidente Joe Biden, che ora passa all’esame del Senato.

Le azioni cinesi stanno tentando un rimbalzo (in particolare i titoli legati ai beni di consumo, al real estate e alla salute) dopo sell-off della scorsa settimana che era stato spinto dai timori di una stretta politica, ma i guadagni sono limitati dopo che l’attività manifatturiera è cresciuta ad un ritmo più lento nel mese di febbraio.

L’attività industriale cinese si è espansa a febbraio ad un ritmo più lento rispetto al mese precedente, fissandosi il livello più basso dallo scorso maggio e mancando le aspettative del mercato dopo le interruzioni legate al Covid-19 all’inizio dell’anno.

L’indice delle terre rare è salito del 5,02%, dopo che il ministro dell’industria cinese Xiao Yaqing ha detto che la sottovalutazione dei materiali porterebbe ad una corsa al ribasso.

Sul fronte macro, in Cina l’indice Pmi del settore manifatturiero relativo a febbraio si è fissato a 50,6 punti (51,1 punti le attese e 51,3 punti la rilevazione precedente), mentre l’indice Pmi manifatturiero elaborato da Caixin, sempre a febbraio, si è fissato a 50,9 punti (51,5 punti le stime e il dato precedente).

Le azioni giapponesi stanno tentando un recupero a seguito del maggiore ribasso giornaliero da quasi un anno nella sessione precedente, guidate dalle azioni di chip e di elettronica, mentre una pausa nel rialzo dei rendimenti obbligazionari statunitensi ha dato impulso all’indice Nasdaq, ricco di tecnologia.

Dal lato macro, in Giappone l’indice Pmi del settore manifatturiero relativo a febbraio si è fissato a 51,4 punti (50,6 punti le attese e 49,8 punti la rilevazione precedente),

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si attesta a 1,209 e il dollaro/yen si fissa a 106,58. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent a 65,68 dollari al barile (+2%) e il Wti a 62,69 dollari al barile (+1,9%). Oro in recupero a 1.753,75 dollari l’oncia (+1,4%).

Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai registra un progresso dello 0,9% e Shenzhen del 2%. Hong Kong a +1,3%.

In Giappone, Nikkei e Topix guadagnano rispettivamente il 2,4% e il 2%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure venerdì a Wall Street: Dow Jones (-1,5%), S&P 500 (-0,5%) e Nasdaq (+0,6%).