Mercati Usa – Paura inflazione con caro greggio, debole il Nasdaq in avvio

Partenza sottotono a Wall Street in una seduta che vedrà il mercato obbligazionario chiuso per la festività del Columbus Day. Dopo pochi minuti di scambi, il Nasdaq cede lo 0,2% e lo S&P 500 lo 0,1%, mentre il Dow Jones sale dello 0,2%.

Il rally del greggio, salito sui massimi dal 2014, sta riaccendendo i timori sul rischio che il diffondersi della crisi energetica minacci di rallentare il recupero dell’economia globale dalla crisi pandemica.

Il Brent (+1,7%) viaggia a 83,8 dollari al barile e il Wti (+2%) a 81 dollari, con la carenza di carburanti in Cina ed Europa che rende il petrolio più appetibile come fonte per la generazione di energia.

Fenomeno che alimenta le preoccupazioni sul fatto che l’inflazione possa rimanere elevata per un periodo più prolungato rispetto a quanto anticipato dalle banche centrali, spingendo a un incremento dei tassi di interesse più rapido del previsto per contrastare la pressione sui prezzi.

Il Job Report Usa diffuso venerdì ha evidenziato un aumento inferiore alle attese dei non farm payroll, anche se non tale da sembrare in grado di indurre la Fed a rinviare l’annuncio del tapering il prossimo mese.

Il tutto in attesa mercoledì della pubblicazione delle minute del Fomc e dei dati sull’inflazione americana a settembre, oltre all’inizio della stagione delle trimestrali con i conti del terzo trimestre delle grandi banche statunitensi.

Sul Forex il biglietto verde continua a rafforzarsi nei confronti delle altre valute, dopo che il Tbond ha superato la soglia dell’1,6% per la prima volta da giugno. Il cambio euro/dollaro è stabile in area 1,157, mentre il dollaro/yen è tornato sopra quota 113.