Mercati – Finale in ordine sparso per gli eurolistini, Milano a +0,4%

Chiusura contrastata per le borse del Vecchio Continente, in un mercato che continua a valutare la ripresa e i rischi legati alle pressioni inflazionistiche.

Il Ftse Mib termina in lieve rialzo (+0,4%) a 27.732 punti, positivo come il Cac 40 di Parigi (+0,5%) e il Dax di Francoforte (+0,1%), mentre arretrano leggermente l’Ibex 35 di Madrid (-0,1%) e il Ftse 100 di Londra (-0,5%). A Wall Street, procedono sopra la parità Dow Jones (+0,4%), S&P500 (+0,6%) e Nasdaq (+0,8%).

È stata una settimana incerta per l’azionario globale, parzialmente frenato dai segnali di persistenti pressioni inflazionistiche. La continua accelerazione dei prezzi, infatti, fa temere per una riduzione anticipata degli stimoli monetari da parte delle banche centrali.

Dinamica che ha incrementato la volatilità sul mercato obbligazionario, in quanto la curva dei tassi si adegua alle aspettative di un aumento del costo del denaro in anticipo rispetto al precedente outlook. Focus anche sui risultati corporate per valutare il percorso di uscita dalla crisi pandemica.

Dall’agenda macroeconomica sono giunti i dati di settembre sulla produzione industriale dell’eurozona, in flessione dello 0,2% mensile e in aumento del 5,2% annuo, in entrambi i casi meglio delle attese. In calo e sotto le attese la lettura preliminare di novembre dell’indice sul Sentiment dell’Università del Michigan (66,8 punti).

In Cina, intanto, il presidente Xi Jinping è stato confermato per il terzo mandato consecutivo, apprestandosi a guidare il Paese a vita. Goldman Sachs, nel frattempo ha fornito un outlook positivo per l’equity cinese, sottolineando come il peggio della stretta regolatoria di Pechino sia ormai alle spalle.

Sul Forex l’euro/dollaro viaggia a 1,1445 e il dollaro/yen si attesta a 113,9, con il biglietto verde poco mosso dopo i guadagni dei giorni scorsi in scia al report sui prezzi al consumo statunitensi.

Tra le materie prime viaggiano in modesto ribasso le quotazioni del greggio con il Brent (-0,4%) a 82,5 dollari e il Wti (-0,3%) a 81,3 dollari, complici la riduzione delle previsioni di crescita della domanda 2021 da parte dell’Opec e l’ipotesi che gli Usa rilascino parte delle riserve nazionali per calmierare i prezzi della benzina.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si amplia a 121 punti base con il rendimento del decennale italiano allo 0,95%. La quarta emissione del Btp Futura 2033, intanto, si è conclusa con una raccolta di 3,2 miliardi.

Tornando a Piazza Affari, fra le aziende maggiormente capitalizzate avanzano soprattutto Pirelli (+3,5%) dopo i risultati e il rialzo dei target annuali. Bene Azimut (+3,3%) all’indomani dei conti e Ferrari (+2,1%). In calo invece Telecom Italia (-2,2%) dopo il confronto in Cda con Vivendi. Deboli anche Eni (-1,0%), e Unicredit (-0,8%). Ha diffuso i dati trimestrali anche Unipol (-0,6%).