Oil & Gas – Un anno di forti rialzi per il greggio, Maire Tecnimont (+128%) la migliore del comparto

L’azionario globale si appresta a chiudere il terzo anno consecutivo di guadagni in doppia cifra trascinato in particolare dal rally in Usa, riuscendo a superare le difficoltà legate alla pandemia e la prospettiva di un minor supporto delle banche centrali.

Il focus dei mercati resta sulle implicazioni economiche della rapida diffusione della variante Omicron del Covid, che ha causato una nuova impennata di contagi con Europa e Stati Uniti che stanno registrando nuovi record di casi giornalieri.

Dall’altra parte, però, resta l’ottimismo sulla minore pericolosità del nuovo ceppo del virus, che secondo diversi studi scientifici comporterebbe sintomi meno gravi rispetto alle precedenti variante nonostante l’alto tasso di contagiosità.

In ogni caso, l’incertezza legata alla pandemia, la riduzione degli stimoli monetari per contrastare l’inflazione e l’outlook della Cina rimangono tra i principali fattori di rischio per i mercati per il 2022.

In tale contesto, il Ftse Mib ha archiviato il 2021 con un rialzo complessivo del 23%. Il Ftse Italia Petrolio e Gas Naturale ha segnato un +32,4% y/y, rispetto al +14,7% y/y del corrispondente indice europeo.

Il 2021 è stato un anno di forti rialzi anche per le quotazioni del greggio, con Brent e Wti che hanno guadagnato oltre il 50% avviandosi a registrare la miglior performance in oltre un decennio sostenuti dal rimbalzo nei consumi globali dai minimi della pandemia.

Un rally che ha resistito anche alla rapida diffusione di Omicron, che nonostante abbia causato un’impennata dei contagi si è fino ad ora dimostrata meno gravi delle precedenti varianti, non comportando un nuovo blocco delle attività.

Il tutto in attesa del meeting Opec+ della prossima settimana, chiamato a valutare lo stato dei mercati petroliferi e a rivedere la politica dell’offerta per il 2022 dopo aver mantenuto un approccio prudente nell’aumentare la produzione negli ultimi mesi.

Una strategia che ha contribuito a sostenere l’incremento dei prezzi, consentendo alle oil major di registrare risultati in forte crescita portando in molti casi a un ritorno alle politiche di remunerazione degli azionisti senza dimenticare gli investimenti nel processo di transizione energetica.

Tra le big del comparto, Eni ha archiviato il 2021 con un rialzo complessivo del 43%, preparandosi nel 2022 all’Ipo di Plenitude, la nuova società che integra rinnovabili, retail e mobilità elettrica.

Anno di guadagni anche per Tenaris (+39%), che ha beneficiato della ripresa delle attività soprattutto in Usa e dell’aumento dei prezzi di vendita. Performance negativa, invece, per Saipem (-16,3%), scontando il protrarsi della difficile situazione congiunturale causata dall’emergenza pandemica e dei rallentamenti legati a specifici progetti, tra cui quelli nell’eolico offshore.

Nel segmento delle piccole e medie capitalizzazioni in evidenza Maire Tecnimont, che ha chiuso il 2021 con un progresso del 128,3%, mentre Saras ha segnato un -7,4% y/y complice la difficile ripresa dei margini di raffinazione.