Mercati Asiatici – Seduta sottotono per Cina e Giappone, rimbalza Hong Kong (+1,6%)

Giornata cauta per i principali listini asiatici dopo la seduta sottotono di ieri a Wall Street con il focus rivolto alla possibilità di una stretta monetaria da parte delle Fed prima del previsto, con un primo aumento dei tassi possibile già a marzo e altri due nel corso dell’anno.

“L’outlook per l’economia, il mercato del lavoro e l’inflazione potrebbe giustificare un aumento dei tassi prima e più velocemente di quanto anticipato, si legge nei verbali relativi alla riunione del 14-15 dicembre del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed.

“Se il mercato del lavoro continuerà a migliorare con questo passo, i prerequisiti per un aumento dei tassi d’interesse potrebbero essere raggiunti relativamente presto”, aggiungono i verbali. Un’ulteriore indicazione sull’andamento del mercato del lavoro americano arriverà dai dati in uscita oggi.

Inoltre, alcuni banchieri hanno anche espresso l’opinione che la Fed dovrebbe iniziare a ridurre il proprio bilancio (da 8.800 miliardi di dollari) “relativamente presto dopo aver iniziato ad aumentare i tassi”.Sul fronte geopolitico, aumentano le tensioni fra le due super potenze al mondo.

Sul versante geopolitico, secondo quanto si apprende da Reuters, Stati Uniti e Giappone si sono dette preoccupate per la crescente potenza della Cina, impegnandosi a cooperare respingere i tentativi di destabilizzare l’area.

Sul fronte immobiliare, secondo alcuni rumor il governo di Pechino avrebbe intenzione di escludere il debito maturato dall’acquisizione di asset in difficoltà nel calcolare la conformità dei gruppi immobiliari rispetto alle cosiddette “tre linee rosse”; politica che pone una soglia all’ammontare dei nuovi prestiti che i gruppi immobiliari possono ricevere ogni anno ponendo limiti ai loro rapporti di indebitamento.

Le società sull’orlo del default, oltre al colosso Evergrande, ci sono anche Shimao e Guangzhou R&F Properties.

Sullo sfondo restano le incertezze legate alla variante Omicron del Covid-19, con Hong Kong che ha annunciato un divieto di due settimane su alcuni voli in entrata, ha posto dei limiti ai pasti al coperto e ha chiuso piscine, bar e altri locali.

Sul fronte macro, l’agenda odierna ha visto la pubblicazione dell’indice generale dei prezzi a Tokyo, in Giappone, salito dello 0,5% su base annua (+0,5% le attese e +0,3% la rilevazione precedente).

Sempre sul versante macro, i consumi delle famiglie giapponesi a novembre sono scesi dell’1,2% su base mensile (+1,2% le attese e +3,4% la rilevazione precedente) e dell’1,3% su base annua (+1,6% il consensus e -0,6% il dato precedente). Si tratta del quarto mese consecutivo in calo.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si muove a 1,1301 e il dollaro yen a 115,92. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,7%) a 82,53 dollari al barile e il Wti (+0,7%) a 80,02 dollari al barile. Oro a 1.790,20 dollari l’oncia (+0,1%).

Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai viaggia sulla parità (0,0%) e Shenzhen cedel’1%. Hong Kong a +1,6%, in scia alle indiscrezioni per i possibili aiuti al settore immobiliare.

In Giappone il Nikkei (0,0%) e il Topix (-0,1%) si muovono nell’intorno della parità.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Dow Jones (-0,5%), S&P 500 (-0,1%), Nasdaq (-0,1%).