Partenza negativa a Wall Street, con i mercati che si trovano a fare i conti con la diffusione della variante Omicron del Covid e con la prospettiva di un rialzo dei tassi di interesse più rapido del previsto da parte della Federal Reserve.
Dopo pochi minuti di scambi, il Nasdaq lascia sul terreno l’1,5%, lo S&P 500 lo 0,9% e il Dow Jones lo 0,4%.
Lo S&P 500 è reduce dal peggior inizio anno dal 2016 mentre il Nasdaq ha chiuso la prima settimana del 2022 con un calo complessivo del 4,5%, in un contesto che ha visto una rotazione settoriale nell’equity lontano dai titoli high-growth a vantaggio di quelli ciclici.
L’appuntamento chiave della settimana sarà con il report sull’inflazione Usa in uscita mercoledì per avere maggiori segnali sulla traiettoria della politica monetaria, con i mercati che scontano una prima stretta dei tassi da parte della Fed già a marzo.
Indicazioni in tal senso arriveranno anche dagli interventi di diversi esponenti dell’istituto di Washington in programma nei prossimi giorni, dopo che dalle minute del Fomc pubblicate la scorsa settimana è emersa l’intenzione di accelerare la rimozione degli stimoli.
Gli analisti di Goldman Sachs prevedono che la banca centrale americana ritoccherà il costo del denaro quattro volte nel 2022 e che possa avviare il processo di alleggerimento del proprio bilancio entro luglio.
Intanto sul Forex il biglietto verde si rafforza nei confronti delle altre valute, con il cambio euro/dollaro tornato sotto quota 1,13 a 1,129 e il dollaro/yen in ribasso a 115,4.
Tra le materie prime in lieve calo le quotazioni del greggio con il Brent (-0,2%) a 81,6 dollari e il Wti (-0,2%) a 78,7 dollari, con i problemi di fornitura dal Kazakistan e dalla Libia controbilanciati dall’aumento dei contagi a livello mondiale causati dalla variante Omicron.
Nel comparto obbligazionario, infine, il rendimento del decennale americano sale di circa quattro punti base all’1,8%, sui massimi da gennaio 2020, e quello del biennale di circa due punti base allo 0,89%.