Mercati asiatici – Seduta prevalentemente negativa per le maggiori piazze del continente

Seduta prevalentemente negativa per le maggiori piazze del continente asiatico in scia all’aumento dell’inflazione negli Stati Uniti che potrebbe far crescere le probabilità di un incremento dei tassi di interesse già a marzo. Vendite sui titoli tecnologici giapponesi e cinesi. In Cina, lettera anche sugli sviluppatori immobiliari in una settimana dove le società del settore affronteranno una serie di pagamenti chiave.

Ieri i prezzi al consumo di dicembre negli USA hanno evidenziato un incremento dello 0,5% su base mensile e del 7% tendenziale, in accelerazione rispetto al +6,8% di novembre ma in linea con le attese degli analisti (+5,5% il dato core dal precedente +4,9%). I dati hanno consolidato le aspettative di un primo rialzo dei tassi della Fed già a marzo, considerando anche l’impegno di Powell a intervenire sul costo del denaro per contrastare proprio le pressioni inflazionistiche.  Da ricordare al tempo stesso le rassicurazioni di restare in “un’era di tassi d’interesse molto bassi”.

Riportare l’inflazione al 2% e sostenere una ripresa inclusiva resta il compito più urgente della banca centrale statunitense, come sottolineato dal governatore della Fed Lael Brainard. Il presidente della Fed St. Louis James Bullard ha invece dichiarato al Wall Street Journal di ritenere giustificati quattro aumenti dei tassi nell’anno. Inoltre, le previsioni per un primo rialzo dei tassi a marzo sono state sostenute dalle parole del presidente della Fed Bank di Cleveland Loretta Mester e del leader della Fed di Atlanta Raphael Bostic.

Sul fronte macro, in Giappone il dato preliminare di dicembre degli ordinativi di macchine utensili ha evidenziato un forte incremento del 40,5% su base annua, dopo il +64% del dato finale di novembre.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro sale n area 1,1465 e il dollaro yen a 114,50. Tra le materie prime, petrolio in ribasso con il Brent (-0,5%) a 84,25 dollari al barile e il Wti (-0,5%) a 82,25 dollari al barile. Oro a 1.826,80 dollari l’oncia (invariato).

Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai e Shenzhen si muovono rispettivamente a -0,9% e -1,2%. Hong Kong a -0,1%.

In Giappone il Nikkei e il Topix cedono rispettivamente l’1% e lo 0,7%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Nasdaq (+0,2%), S&P 500 (+0,3%) e Dow Jones (+0,1%).