Mercati asiatici – Altra seduta a tinte rosse, giù in particolare la Cina

Seduta in rosso per le principali piazze finanziarie asiatiche, in scia alle vendite a Wall Street, con i mercati sono stati scossi da un altro aumento dei prezzi del petrolio.

L’impennata del prezzo del petrolio oltre i 130 dollari al barile lunedì è stata innescata dalla possibilità che gli Stati Uniti possano bloccare le importazioni di greggio dalla Russia. I prezzi del petrolio si sono stabilizzati nel corso della giornata assestandosi poco al di sopra dei 120 dollari al barile.

Un divieto statunitense sulle importazioni di petrolio russo e altri prodotti energetici, se adottato, sarebbe un passo importante per il governo degli Stati Uniti, anche se la Casa Bianca ha affermato che spera di limitare le interruzioni dei mercati petroliferi e limitare i salti dei prezzi alla pompa di benzina.

La Germania tuttavia si è opposta al divieto di export del petrolio russo, in quanto importa da Mosca quasi il 35%, una quota molto maggiore rispetto agli Usa. Ed è per questo che il cancelliere Scholz ha parlato di sanzioni “sostenibili nel tempo”.

I funzionari statunitensi potrebbero però prendere in considerazione l’allentamento delle sanzioni contro il Venezuela. Ciò potrebbe potenzialmente liberare più petrolio greggio e alleviare le preoccupazioni sulla riduzione delle forniture russe.

La guerra esercita ulteriore pressione sulle banche centrali di tutto il mondo, con la Federal Reserve statunitense in procinto di aumentare i tassi di interesse alla fine di questo mese per la prima volta dal 2018. I tassi più alti rallentano l’economia, il che si spera aiuterà a frenare l’inflazione elevata. Ma se la Fed alza i tassi troppo in fretta, rischia di costringere l’economia alla recessione.

Intanto, sul fronte dei colloqui di pace tra Kiev e Mosca, il terzo round non ha prodotto risultati importanti. Un alto funzionario ucraino ha affermato che vi sono stati piccoli progressi e non specificati verso la creazione di corridoi sicuri per consentire ai civili di sfuggire ai combattimenti. Ma le forze russe hanno continuato i loro bombardamenti mentre cibo, acqua, calore e medicine sono diventati sempre più scarsi in Ucraina.

Gli analisti si aspettano che la guerra in Ucraina sarà in cima all’agenda per qualche tempo a venire e affermano che l’intero impatto del conflitto deve ancora essere pienamente preso in considerazione.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro scende in area 1,087 mentre il dollaro yen sale a 115,40. Tra le materie prime, sale ancora il petrolio con il Brent (+3,4%) a 127,35 e il Wti (+2,9%) a 122,84 dollari al barile. Oro a 2.021 dollari l’oncia (+1,2%).

Tornando ai listini asiatici, giù la Cina con Shanghai -2,5% e Shenzhen -3%. Hong Kong a -1,9%.

In Giappone il Nikkei e il Topix cedono rispettivamente l’1,7% e l’1,9%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Nasdaq (-3,6%), S&P500 (-3%), Dow Jones (-2,4%).