Mercati Usa – La Fed allunga il rimbalzo

I listini statunitensi mettono da parte per un giorno i minacciosi venti di guerra, confortati dall’intervento cinese che salva i mercati di Hong Kong e Shanghai e dalla decisione della Federal Reserve di iniziare la lotta all’inflazione, attraverso il rialzo dei tassi di interesse.

Wall Street parte decisa e raggiunge un incremento di due punti percentuali prima del comunicato del FOMC. Quando il board dell’autorità monetaria conferma che ci saranno altri sei rialzi dei tassi nel corso dell’anno, ognuno di un quarto di punto, crollano rendimenti, indici azionari e materie prime.

Dopo un’ora, quando i mercati realizzano che siamo di fronte ad un’era di stagnazione e che i tassi dovranno poi scendere altrettanto velocemente per evitare una futura pesante recessione, azzerano le perdite e mettono a segno un prodigioso rally nell’ultima ora realizzando nuovi massimi intraday.

Il Nasdaq guadagna il 3,8%, seguito dal Russell 2000 (+3,1%), dallo S&P500 (+2,2%) e dal Dow Jones (+1,5%).

Volano tutti i titoli tecnologici ad elevata capitalizzazione con Facebook, AMD, Nvidia e Tesla che salgono tutte oltre il cinque per cento.

VIX (-10%) in calo per la terza seduta consecutiva a 26,7 punti.

Il mercato obbligazionario consolida la salita dei rendimenti con un altro punto base al 2,16%, dopo un picco intraday fino al 2,24%.

Tra le materie prime, il petrolio scende per la quinta seduta consecutiva, attenuando il calo a poco più di un punto percentuale poco al di sopra dei 95 dollari al barile.

I metalli preziosi – oro ed argento – recuperano nel finale il calo di inizio seduta, la terza consecutiva, evitando una correzione ben più profonda.

Sul mercato valutario, il dollaro si indebolisce scivolando fino a 1,103 nei confronti della moneta unica, ma continua ad indebolirsi nei confronti dello yen fino a 118,8.