Mercati – Finale negativo per l’Europa e Milano (-1%), petrolio in rialzo

Chiusura in calo per i listini europei, mentre Wall Street prosegue sotto la parità in un contesto sempre volatile, con l’attenzione rivolta alla guerra in Ucraina, alle sanzione verso Mosca e alle prossime mosse di politica monetaria per contrastare l’elevata inflazione.

Il Ftse Mib termina in ribasso dell’1% a 24.298 punti, sottotono come il Cac 40 di Parigi (-1,2%), il Dax di Francoforte (-1,3%) e l’Ibex 35 di Madrid (-1,9%). Poco mosso il Ftse 100 di Londra (-0,2%). Oltreoceano, arretrano Dow Jones (-0,9%), S&P500 (-0,6%) e Nasdaq (-0,3%).

L’azionario europeo si prende una pausa dopo aver sostanzialmente recuperato le perdite innescate dal conflitto, mentre la prospettiva di una stretta monetaria più decisa ha penalizzato soprattutto il comparto obbligazionario, spingendo i rendimenti su massimi pluriennali.

Focus in giornata sugli interventi dei principali banchieri centrali al BIS Innovation Summit, evento che vede la partecipazione di Jerome Powell, numero uno della Federal Reserve, dopo aver aperto nei giorni scorsi ad un possibile rialzo dei tassi da 50 punti base nel prossimo meeting del Fomc.

Domani, invece, il presidente americano Joe Biden incontrerà a Bruxelles i leader europei per determinare nuove sanzioni contro la Russia, mentre non si riscontrano passi avanti nei negoziati di pace tra Mosca e Kiev.

Intanto, Putin ha annunciato che richiederà ai paesi “ostili” di pagare il gas naturale in rubli, facendo impennare il relativo future europeo sul gas di oltre il 20%.

Sul Forex, l’euro/dollaro è sceso nuovamente in area 1,10 mentre il cambio fra biglietto verde e yen si attesta a 121,0.

Tra le materie prime riprende la corsa del greggio con il Brent (+4,8%) a 121,0 dollari e il Wti (+4,5%) a 114,3 dollari, in attesa di eventuali nuovi provvedimenti contro Mosca e le sue esportazioni petrolifere. Intanto, un importante terminal di esportazione di petrolio del Mar Nero dal Kazakistan ha interrotto i carichi di merci e va incontro a settimane di stop, probabilmente privando il mercato europeo di milioni di barili di greggio in un momento in cui le forniture di petrolio dalla Russia sono a rischio.

Sull’obbligazionario, il Bund tedesco a 10 anni torna sotto lo 0,5% dopo aver toccato i massimi dal 2018, mentre il decennale italiano si attesta all’1,98%, con lo spread stabile a 151 punti base.

Tornando a Piazza Affari, tra le aziende più capitalizzate avanzano in particolare Saipem (+7,2%), Tenaris (+2,8%) e Leonardo (+2,65%) mentre arretrano Hera (-3,6%) dopo il Cda sui conti, Unicredit (-3%) e Italgas (-2,7%).