Mercati asiatici – Seduta a tinte rosse, giù in particolare Shenzhen (-2,6%) e Hong Kong (-2,8%)

Seduta di vendite per i principali listini asiatici, e in particolare le piazze di Cina e Hong appesantite dall’epidemia di Covid nel continente, dall’aumento dei prezzi di fabbrica cinesi e dalle preoccupazioni sul fronte normativo per il settore tecnologico.

Sul fronte macro, infatti, l’Istituto nazionale di statistica di Pechino ha segnalato che nel mese di marzo i prezzi al consumo (CPI) hanno registrato un aumento dell’1,5% su base annua, di poco superiore alle attese (+1,4%), dopo il +0,9% di febbraio.

Sempre a marzo, i prezzi alla produzione (PPI) sono aumentati su base tendenziale dell’8,3%, a fronte del +8,1% stimato dagli analisti, in rallentamento rispetto al +8,8% di febbraio.

Il sentiment del mercato globale continua a essere modellato da una Federal Reserve aggressiva, dalle interruzioni del mercato delle materie prime causate dall’invasione russa dell’Ucraina e dalla prospettiva di un rallentamento economico. I limiti del Covid in Cina minacciano di esacerbare le catene di approvvigionamento, alimentando ulteriormente i rischi di inflazione.

La presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester, ha affermato di essere fiduciosa che gli Stati Uniti eviteranno una recessione mentre la Fed inasprirà la politica, sebbene il tasso di inflazione rimarrà probabilmente a oltre il 2% nel prossimo anno.

Nel frattempo, la Russia ha nominato un nuovo comandante per le sue operazioni in Ucraina. Mosca sta riorientando i suoi sforzi bellici a est, non essendo riuscita a proteggere il territorio intorno a Kiev.

La Russia ha dichiarato che interromperà le aste di obbligazioni per il resto del 2022 a causa di oneri finanziari proibitivi. Il primo default esterno del paese in un secolo ora sembra quasi inevitabile dopo che è stato sanzionato e isolato a causa del conflitto.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si attesta in area 1,087 e il dollaro yen a 125,34. Tra le materie prime, petrolio in calo con il Brent (-2%) a 100,7 dollari e il Wti (-2,2%) a 96,1 dollari al barile. Oro a 1.942 dollari l’oncia (-0,2%).

Tornando ai listini asiatici, Cina in forte rosso con Shanghai a -2% e Shenzhen a -2,6%. Hong Kong cede il 2,8%.

Giappone in flessione con il Nikkei -0,8% e Topix -0,6%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di venerdì a Wall Street: Dow Jones (+0,4%), S&P 500 (-0,3%) Nasdaq (-1,3%).