Mercati Usa – Apertura negativa, S&P 500 a -1,1%

Partenza negativa a Wall Street, in un contesto in cui tornano ad affacciarsi le preoccupazioni per l’inflazione anche dopo le dichiarazioni meno aggressive del previsto della Federal Reserve al termine del meeting di ieri.

Dopo pochi minuti di scambi, lo S&P 500 cede l’1,1%, dopo aver registrato ieri il maggior incremento giornaliero dal 2020, e il Dow Jones lo 0,9%.

Tornano in primo piano i timori per un rallentamento della crescita globale, minacciata dalle persistenti pressioni sui prezzi, dai lockdown in Cina e dal perdurare del conflitto tra Russia e Ucraina.

Le autorità monetaria stanno cercando di destreggiarsi tra la necessità di gestire la più rapida accelerazione dell’inflazione da circa quarant’anni contro le preoccupazioni per evitare una recessione.

Come da attese, la Fed ha alzato i tassi di interesse di 50 punti base, il maggior incremento dal 2000, e segnalato che a giugno inizierà la riduzione del proprio bilancio con la vendita di titoli per 47,5 miliardi di dollari al mese.

A sostenere i mercati ieri sono state però le parole del presidente Jerome Powell, che ha escluso interventi da 75 punti base nei prossimi due appuntamenti, ritenendo invece che saranno valutati altri rialzi da 50 punti.

Sempre in tema banche centrali, oggi la Bank of England aumentato il costo del denaro sui livelli più alti dal 2009, avvisando che l’economia è sulla strada di una contrazione sotto la pressione di un’inflazione a doppia cifra.

Intanto sul Forex il biglietto verde torna a rafforzarsi nei confronti delle altre valute, con il cambio euro/dollaro in discesa a 1,1056 e il dollaro/yen tornato in area 130. In forte calo la sterlina a 1,239 sul dollaro.

Tra le materie prime ancora in rialzo le quotazioni del greggio con il Brent (+2,7%) a 113,1 dollari e il Wti (+2,5%) a 110,5 dollari, dopo il rally di ieri in scia all’annuncio della proposta di embargo sul petrolio russo entro sei mesi da parte della Commissione Europea.

Nel comparto obbligazionario, infine, il rendimento del decennale americano balza di sette punti base tornando oltre la soglia del 3% e quello del biennale sale di circa tre punti base al 2,67%.