Mercati – Frenati da inflazione record, finale Ftse Mib -1,2%

Chiusura in rosso per le borse del Vecchio Continente, in linea con l’andamento sottotono di Wall Street. Il Ftse Mib di Milano termina in calo dell’1,2% a 24.505 punti, mediamente in linea con il Cac 40 di Parigi (-1,4%), il Dax di Francoforte (-1,3%) e l’Ibex 35 di Madrid (-1,1%), mentre il Ftse 100 di Londra resta poco mosso (-0,1%). Oltreoceano, arretrano Dow Jones (-0,6%), S&P500 (-0,6%) e Nasdaq (-0,5%), avviandosi ad archiviare il mese di maggio con modeste perdite, in un contesto incerto e volatile.

Sui mercati tornano a pesare le preoccupazioni legate all’elevata inflazione, oltre alla guerra in Ucraina e al rallentamento dell’economia cinese, malgrado gli ultimi dati abbiano evidenziato un parziale miglioramento.

A maggio, i prezzi al consumo dell’eurozona hanno registrato un’accelerazione all’8,1% annuo (7,4% ad aprile, consensus 7,8%), alimentando il dibattito su quanto la Bce debba intervenire aggressivamente per invertire la rotta. L’Eurotower dovrebbe presto annunciare la fine degli acquisti di asset e confermare il primo rialzo dei tassi in oltre 10 anni nella riunione di luglio.

Negli Usa, focus sull’incontro fra il presidente Joe Biden e il numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell, aspettando i dati di venerdì sul mercato del lavoro. Per Christopher Waller, membro dell’istituto di Washington, si deve continuare con ritocchi da 50 punti base al costo del denaro finché l’inflazione non si riporterà verso l’obiettivo della banca centrale.

Tuttavia, gli operatori temono che l’inasprimento della politica monetaria possa far precipitare l’economia in recessione, in un contesto nel quale l’aumento dei costi alimentari ed energetici frena i consumi.

Dall’agenda macro si segnala anche il dato finale sul Pil italiano del primo trimestre, sorprendentemente in crescita dello 0,1% congiunturale e del 6,2% annuo.

Sul Forex l’euro/dollaro si deprezza a 1,072 mentre il cambio tra biglietto verde e yen risale a 128,6.

Tra le materie prime, si stabilizzano le quotazioni del greggio con il Brent (+0,4%) a 118 dollari e il Wti (-0,1%) a 117,1 dollari. In precedenza, avevano guadagnato terreno in scia all’accordo dell’Unione Europea per un parziale embargo sul petrolio russo. Le importazioni da Mosca verranno inizialmente ridotte di due terzi, per poi salire al 90% entro fine anno.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si amplia a 200 punti base, con il rendimento del decennale italiano in aumento di 13 bp al 3,12%.

Tornando a Piazza Affari, tra le aziende più capitalizzate si distingue Telecom Italia (+2,9%), in scia alle indiscrezioni sulle valutazioni degli asset della rete fissa. In rialzo anche Bper (+1,7%) mentre arretrano Ferrari (-4,3%), Tenaris (-3,7%) e Prysmian (-2,7%).