Mercati asiatici – Cina e Giappone poco mosse in un clima di cautela

Seduta cauta per i principali listini asiatici mentre resta forte la prospettiva di aumenti più decisi dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve per contrastare l’inflazione elevata dopo i solidi dati del lavoro Usa.

Il job report di luglio diffuso venerdì scorso ha evidenziato la creazione di 528 mila nuovi posti di lavori nel settore non agricolo, più del doppio rispetto ai 250 mila attesi dal consensus e ben oltre i 398 mila di giugno (rivisti da 372 mila). Il tasso di disoccupazione è diminuito dal 3,6% al 3,5%, mentre i salari medi sono aumentati dello 0,5% su base mensile rispetto al +0,3% stimato dagli analisti e al +0,4% del mese precedente.

Numeri che rafforzano la tesi della Fed secondo cui l’economia a stelle e strisce può sopportare nuovi rialzi dei tassi per contrastare l’inflazione. L’ipotesi più probabile al momento sembra quindi una nuova stretta da 75 punti base a settembre, dopo quelle di pari entità di giugno e luglio.

Nuove indicazioni dovrebbero emergere dal dato sull’indice dei prezzi al consumo Usa in uscita mercoledì.

Nel frattempo il Senato degli Stati Uniti ha approvato una legge storica su tasse, clima e assistenza sanitaria.

Infine, sullo sfondo proseguono le tensioni geopolitiche su Taiwan ancora a causa della visita della presidente della Camera degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, con l’esercito cinese che ha annunciato una nuova esercitazione vicino all’isola.

Sul forex, il cambio euro/dollaro si attesta in area 1,019 e il dollaro/yen a 135,3. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent a 95,7 dollari (+0,8%) e il Wti a 89,6 dollari al barile (+0,7%). Oro a 1.790 dollari l’oncia (-0,1%).

Tornando ai listini asiatici, Cina poco mossa con Shanghai in parità e Shenzhen +0,3%. Hong Kong cede l’1,2%.

In Giappone, Nikkei +0,3% e Topix +0,2%.

Il tutto dopo che venerdì a Wall Street il Dow Jones a +0,2%, lo S&P500 a -0,2% e il Nasdaq a -0,5%.