Chiusura in rialzo per le borse europee, al termine di una settimana focalizzata prevalentemente sulla politica monetaria e sulla crisi energetica del Vecchio Continente.
Il Ftse Mib di Milano termina in progresso dell’1,9% a 22.094 punti, seguito dall’Ibex 35 di Madrid (+1,5%), il Cac 40 di Parigi (+1,4%), il Dax di Francoforte (+1,4%) e il Ftse 100 di Londra (+1,2%). A Wall Street, accelerano gli indici Dow Jones (+1,1%), S&P500 (+1,4%) e Nasdaq (+1,9%) dopo un avvio sopra la parità.
Gli operatori sembrano aver assorbito i messaggi restrittivi delle banche centrali e l’azionario globale si appresta ad archiviare la prima settimana positiva nelle ultime quattro.
Ieri la Bce ha alzato i tassi di 75 punti base, preparando il terreno per ulteriori rialzi al fine di contrastare l’inflazione. Un ritocco di pari entità è atteso anche dalla Fed, nel meeting in programma fra meno due settimane. Ieri il presidente Jerome Powell ha ribadito l’impegno ad intervenire subito e con forza, mettendo in guardia dai rischi di un allentamento precoce della politica monetaria.
In Europa, i ministri europei dell’energia si sono riuniti in un vertice straordinario e hanno chiesto che entro metà settembre la Commissione europea proponga interventi di emergenza e temporanei, incluso il price cap sul gas.
Intanto il governatore della Banque de France, François Villeroy de Galhau, ha preannunciato un rallentamento significativo per l’economia europea nel 2023, con la possibilità di una recessione, seppur limitata.
Per quanto riguarda i dati macro, i prezzi al consumo in Cina ad agosto hanno rallentato inaspettatamente al 2,5% dal picco degli ultimi due anni registrato a luglio (+2,7%). Una frenata che consente più margine di manovra alle autorità di Pechino per sostenere l’economia, appesantita da nuovi lockdown.
Sul Forex, l’euro/dollaro si attesta a 1,004 e il cambio tra biglietto verde e yen a 142,5, con la valuta nipponica sostenuta dagli indizi su un possibile intervento diretto statale sul mercato. Tra le materie prime, avanzano le quotazioni del greggio con il Brent (+3%) a 91,8 dollari e il Wti (+3,1%) a 86,2 dollari.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si amplia a 230 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,99% dopo aver superato momentaneamente il 4%. In giornata, il Tesoro ha collocato 7 miliardi di Bot annuali, con un rendimento sopra il 2%, ai massimi da agosto 2012.
Tornando a Piazza Affari, quasi tutte le aziende maggiormente capitalizzate chiudono in rialzo, in particolare Intesa Sanpaolo (+5,3%), Finecobank (+5%) e Tenaris (+5%), mentre si muove in controtendenza Recordati (-0,9%) e Leonardo (-0,7%).