Partenza positiva a Wall Street, che prosegue il recupero di ieri tra le speranze di un rallentamento nel ciclo di strette monetarie delle banche centrali. Dopo pochi minuti di scambi, il Nasdaq guadagna il 2,4%, lo S&P 500 l’1,9% e il Dow Jones l’1,4%.
I dati inferiori alle attese diffusi ieri sull’attività manifatturiera Usa hanno spinto gli operatori a ridimensionare le aspettative sui prossimi rialzi dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.
I trader si attendono ora un incremento di massimi 125 punti base entro marzo, rispetto ai 165 previsti dopo il ritocco da 75 punti base, il terzo consecutivo di tale entità, effettuato a settembre.
Intanto, la Reserve Bank of Australia ha alzato i tassi a sorpresa di solo 25 punti base, mettendo fine a una striscia di quattro ritocchi consecutivi da 50 punti base e alimentando le aspettative sulla possibilità che l’ondata di strette monetarie nel mondo si stia avvicinando a una fine.
Speranze che contribuiscono ad allentare la pressione sul comparto obbligazionario, con i rendimenti dei Treasury ancora in discesa dopo essere precipitati ieri di circa 20 punti base. I tassi sul decennale e sul biennale americani arretrano di circa 4 punti base rispettivamente al 3,6% e al 4,07%.
Sul Forex il biglietto verde è in calo per il secondo giorno consecutivo nei confronti delle altre valute, toccando i livelli più bassi dallo scorso 22 settembre. Il cambio euro/dollaro risale a 0,991 e il dollaro/yen a 144,8.
Prosegue la rimonta della sterlina a 1,135 sul dollaro, dopo il dietrofront del governo britannico su alcuni punti del maxi piano fiscale annunciato la scorsa settimana e che aveva innescato un crollo del pound sui minimi storici.
Tra le materie prime, infine, ancora in forte rialzo le quotazioni del greggio con il Brent (+2,8%) a 91,3 dollari e il Wti (+2,7%) a 85,9 dollari, in attesa del meeting Opec+ di domani che potrebbe annunciare un taglio alla produzione di oltre 1 milione di barili al giorno.