Mercati – Prudenti alla vigilia del job report Usa, Milano termina a -1%

Chiusura in calo per le borse europee, con il Ftse Mib in calo dell’1% a 21.140 punti. Sottotono anche il Dax di Francoforte (-0,4%), il Ftse 100 di Londra (-0,8%), il Cac 40 di Parigi (-0,8%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,9%). Oltreoceano, lievi ribassi per Dow Jones (-0,4%), S&P500 (-0,3%) e Nasdaq (-0,1%), alla viglia della pubblicazione del job report di settembre.

Gli operatori continuano a valutare i dati macroeconomici e le indicazioni delle banche centrali, oltre alle conseguenze dei tagli alla produzione di petrolio decretati dall’Opec+, mentre l’Europa lavora su una risposta comune alla crisi energetica.

I Paesi del cartello ridurranno l’output di due milioni di barili al giorno a partire da novembre, una mossa che ha sostenuto le quotazioni del greggio rafforzando i timori legati all’inflazione. Il rincaro dei prezzi energetici rischia anche di colpire gli utili delle aziende e rallentare la crescita economica, alimentando il dibattito sulle prossime manovre di politica monetaria.

Le ultime dichiarazioni di esponenti della Fed hanno ribadito l’intenzione di proseguire con le strette monetarie per riportare sotto controllo l’inflazione. Mary Daly (Fed di San Francisco) ha respinto l’ipotesi di tagli dei tassi nel 2023, mentre Raphael Bostic (Fed di Atlanta) si è espresso in favore di un incremento al 4,5% entro la fine dell’anno, implicando ulteriori manovre per 125 punti base.

Il tutto, in attesa del report di domani sul mercato del lavoro statunitense, mentre oggi le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono aumentate oltre le attese a 219 mila unità.

In Europa, sono state pubblicate le minute relative all’ultima riunione della Bce, da cui è emerso che a settembre alcuni membri del Consiglio Direttivo si erano espressi per un rialzo di 50 punti base anziché per i 75 sostenuti dalla maggioranza dei governatori. Nel meeting è stato osservato che senza un intervento tempestivo sui tassi le pressioni inflazionistiche derivanti dal deprezzamento dell’euro sarebbero potute aumentare.

Le minute sottolineano anche che la chiusura completa delle forniture di gas russo rischia di portare ad una recessione nel 2023. Intanto, la direttrice del Fmi, Kristalina Georgieva, ha annunciato che nel World Economic Outlook in uscita la prossima settimana verranno abbassate le previsioni di crescita globale per il 2023 (dal 2,9%), mentre le stime per il 2022 rimarranno invariate al 3,2%.

Sul Forex l’euro/dollaro cala a 0,982 e il cambio tra biglietto verde e yen è poco mosso a 144,85. Sterlina in rialzo a 1,118 dollari dopo il taglio delle prospettive per il Regno Unito da parte di Fitch.

Tra le materie prime viaggiano in lieve rialzo le quotazioni del greggio con il Brent (+0,6%) a 93,95 dollari e il Wti (+0,5%) a 88,25 dollari dopo le decisioni dell’Opec, mentre Goldman Sachs Group ha alzato il suo obiettivo di prezzo del Brent per il quarto trimestre a 110 dollari al barile.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si attesta a 241 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 4,5%.

Tornando a Piazza Affari, tra le aziende maggiormente capitalizzate si distinguono in positivo Tenaris (+2,1%) e Stm (+1,6%). In rosso Mediobanca (-3,85%), Banco Bpm (-3,7%) ed Enel (-3,5%).