Mercati asiatici – Resiste la Cina in scia al congresso del partito comunista, giù Hong Kong e Giappone

Seduta contrastata per i principali listini asiatici in scia all’ulteriore debolezza di Wall Street e ai messaggi provenienti dal congresso del partito comunista cinese.

Shanghai guadagna lo 0,3% e Shenzhen lo 0,4 % mentre Hong Kong segna un -0,6%. Giù anche il Giappone con Nikkei a -1,3% e Topix -1%.

A Pechino, il presidente Xi Jinping ha affermato che il potere globale del Paese asiatico è aumentato, avvertendo che sono in arrivo “pericolose tempeste”. Pochi i segnali di un allentamento nella campagna Covid-Zero o nelle politiche del mercato immobiliare che stanno pesando sull’economia. Inoltre il leader cinese ha dichiarato che il gigante asiatico prevarrà nella sua lotta per sviluppare una tecnologia strategicamente importante tra le crescenti tensioni con gli Stati Uniti.

Il tutto in un clima già appesantito dai timori legati a nuove strette monetarie come confermato dagli ultimi commenti ‘hawkish’ di alcuni policy maker della Fed che hanno ribadito la necessità di aumentare i tassi al di sopra di quanto precedentemente previsto.

Sul forex, il cambio euro/dollaro risale a quota 0,975 mentre il cambio tra il biglietto verde e lo yen oscilla in area 148,7 ai minimi da 32 anni. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,9%) a 92,5 dollari e il Wti (+0,8%) a 85,3 dollari al barile.

Il tutto dopo che venerdì a Wall Street il Nasdaq ha ceduto il 3,1%, lo S&P500 il 2,4% e il Dow Jones l’1,3%.