Mercati asiatici – A due velocità con Cina e Hong Kong sottotono

Seduta a due velocità per i principali listini asiatici nonostante la chiusura positiva di Wall Street.

In Cina Shanghai e Shenzhen cedono l’1,1% mentre Hong Kong segna un -1,7%. Tiene invece il Giappone con Nikkei +0,4% e Topix +0,2%.

Il sentiment resta diviso tra la valutazione delle prospettive di crescita degli utili e di nuovi aumenti dei tassi di interesse.

Tra gli operatori torna parzialmente la propensione al rischio in scia ai risultati societari, alle valutazioni convenienti dell’equity e al dietrofront del governo britannico sul controverso piano di tagli alle tasse.

Sullo sfondo restano tuttavia le incertezze legate all’elevata inflazione e all’inasprimento della politica monetaria che suggeriscono cautela e pongono interrogativi sulla durata del recupero dell’azionario.

Nel frattempo, in Giappone le autorità sono alle prese con la forte debolezza dello yen. Il ministro delle finanze Shunichi Suzuki ha affermato che stanno aumentando la frequenza di monitoraggio dei mercati dei cambi pronte ad assumere misure “appropriate” per contrastare la volatilità della valuta nipponica sui mercati internazionali.

Così, sul forex, il cambio euro/dollaro ridiscende a quota 0,984 mentre il cambio tra il biglietto verde e lo yen oscilla in area 149,3, intorno ai minimi da 32 anni. Tra le materie prime, petrolio in rialzo con il Brent (+0,3%) a 90,3 dollari e il Wti (+0,9%) a 82,8 dollari al barile, in vista dell’annuncio da parte dell’amministrazione Biden di un piano per il rilascio di 15 milioni di barili dalle riserve petrolifere di emergenza degli Stati Uniti nel tentativo di alleviare gli elevati prezzi della benzina.

Il tutto dopo che ieri a Wall Street lo S&P500 e il Dow Jones hanno guadagnato l’1,1% e il Nasdaq lo 0,9%.