Mercati asiatici – Seduta in flessione per Cina e Giappone, Hong Kong resiste sulla parità

Seduta prevalentemente in flessione per i principali listini asiatici dopo il timido tentativo di rimbalzo di Wall Street, in scia alla mossa a sorpresa da ‘falco’ della Banca centrale del Giappone.

Shanghai cede lo 0,2% e Shenzhen lo 0,5% mentre Hong Kong viaggia sulla parità. Il Nikkei flette dello 0,7% e il Topix dello 0,6%.

I mercati sono rimasti ostaggio delle preoccupazioni per il rischio recessione in scia alla volontà delle banche centrali di proseguire il percorso di strette monetarie per combattere il persistere dell’inflazione.

In tema banche centrali, la Bank of Japan ha sorpreso i mercati con la decisione di alzare la banda di oscillazione del rendimento del decennale governativo, dallo 0,25% allo 0,5%. La decisione ha provocato un rialzo dei rendimenti su scala globale con il Tbond che immediatamente era già salito al 3,67% per poi chiudere la giornata al 3,69%.

Molti economisti prevedono ora che Tokyo alzerà i tassi di interesse il prossimo anno, seguendo l’esempio della Federal Reserve, della Bce e di diversi altri istituti centrali dopo un decennio di stimoli straordinari.

Nel frattempo, gli operatori tengono monitorati i dati macroeconomici provenienti dagli Usa che potrebbero confermare un raffreddamento dell’economia, consentendo alla Federal Reserve maggior margine di manovra nella sua campagna restrittiva.

Sullo sfondo continuano intanto a pesare i timori legati all’aumento dei contagi in Cina a seguito dell’allentamento della rigida politica zero-covid e delle riaperture.

Sul forex, il cambio euro/dollaro oscilla a 1,062 mentre il cambio tra il biglietto verde e lo yen crolla scende sotto quota 132. Tra le materie prime, il petrolio è poco mosso con il Brent (+0,1%) a 80 dollari e il Wti (-0,1%) a 76,2 dollari al barile.

Il tutto dopo che ieri a Wall Street il Nasdaq ha chiuso invariato, mentre lo S&P500 e il Dow Jones hanno guadagnato rispettivamente lo 0,1% e lo 0,3%.