Mercati Usa – Illuminati dalla Federal Reserve

Wall Street reagisce molto positivamente alla decisione della Banca Centrale domestica di alzare i tassi di interesse solo di un quarto di punto percentuale. Questa opzione era peraltro la più prevedibile e la più gradita dal mercato che è inoltre convinto che la fase dei rialzi sia ormai prossima alla fine.

Dopo l’annuncio si è creata una situazione di euforia nelle ultime due ore di contrattazione la quale si è aggiunta al buon andamento dei listini americani da inizio anno.

Il bilancio finale privilegia ancora il Nasdaq (+2%) il quale annulla una perdita iniziale di mezzo punto percentuale. In scia anche il Russell 2000 (+1,5%) e lo S&P500 (+1%), mentre il Dow Jones chiude invariato.

Volano i semi conduttori con AMD che rimbalza del dodici per cento e Nvidia del sette, mentre in after hours Facebook sale del venti malgrado risultati trimestrali piuttosto deludenti.

VIX in calo verticale (-8%) a 17,85 punti.

Mercato obbligazionario con rendimenti in sensibile calo. Il Tbond scivola al 3,4%, in discesa di undici punti base sulla seduta precedente.

Giornata incerta per la maggior parte delle materie prime con il petrolio che perde quasi il tre per cento scivolando a 76,5 dollari al barile, mentre il gas naturale cede quasi il sette. In calo anche il rame (-1%).

Andamento opposto invece per i due principali metalli preziosi – oro e argento – i quali terminano entrambi in progresso di oltre un punto percentuale con l’oro che supera la resistenza a quota 1.950 dollari l’oncia e mette nel mirino i $2.000, mentre l’argento torna a fatica al di sopra dei $24, muro dal quale è già stato respinto una decina di volte in questa fase di rialzo dallo scorso agosto.

Sul mercato valutario il dollaro frana, dopo la decisone della Fed, perdendo oltre una figura nei confronti della moneta unica fino a 1,10, mentre chiude al di sotto dei 130 yen per la prima volta da diversi mesi.