Prevista una partenza poco mossa per le borse europee, in un contesto in cui si allentano le preoccupazioni per una potenziale crisi bancaria negli Stati Uniti e in attesa della riunione della Bce in programma domani.
Chiusura in rialzo ieri a Wall Street, con i principali indici americani che hanno recuperato terreno favoriti anche dal rallentamento dell’inflazione Usa a febbraio in linea alle attese. Il Nasdaq ha guadagnato il 2,1%, lo S&P 500 l’1,6% e il Dow Jones l’1,1%.
Tra i mercati asiatici, stamane, Tokyo ha terminato sostanzialmente invariata, mentre Shanghai guadagna lo 0,6% e Hong Kong l’1,6%.
Il sentiment dei mercati resta fragile dopo i tumulti innescati dal maggior fallimento di una banca americana dalla crisi finanziaria del 2008, con il focus che ora torna a concentrarsi sulle prossime mosse delle banche centrali.
Domani la Bce dovrebbe alzare i tassi di interesse di mezzo punto percentuale, mentre gli operatori sono tornati a scontare una stretta di 25 punti base nel meeting della Federal Reserve della prossima settimana.
I dati diffusi ieri, infatti, hanno evidenziato un rallentamento dei prezzi al consumo negli Usa, ma con l’indice core aumentato leggermente oltre le attese a febbraio e abbastanza da mantenere la pressione per continuare con i rialzi del costo del denaro.
Sul fronte macro, l’agenda di oggi prevede la lettura finale dell’inflazione di febbraio in Francia e la produzione industriale a gennaio nell’Eurozona, mentre nel pomeriggio in Usa usciranno i dati sui prezzi alla produzione e sulle vendite al dettaglio a febbraio.
Tornando a Piazza Affari, occhi su Tim perché oggi dovrebbe dare un primo responso alla proposta di Cdp-Macquarie per la rete del colosso tlc, mentre Terna presenta il piano di sviluppo 2023.