Wall Street chiude la seduta di martedì in deciso rialzo fiduciosa che a settembre la Fed possa tagliare i tassi di interesse.
Così l’S&P 500 chiude a +1,13%, il Nasdaq a +1,39% e il Dow Jones a +1,1%.
Corre più degli altri il Russel 2000 a +2,99%.
Nonostante Wall Street sia ancora preoccupate dall’effetto della politica commerciale della Casa Bianca gli analisti approfittano dei dati sull’inflazione, migliore delle attese, per ritrovare fiducia.
Infatti un’inflazione sotto controllo darebbe alla Fed la possibilità di tagliare i tassi di interesse senza rischiare di entrare in stagflazione, quel fenomeno in cui l’economia è in recessione ma l’inflazione continua a salire.
Speranza che va impattare soprattutto le aziende a minor capitalizzazione del Russel 2000, molto più sensibili all’andamento dei tassi di interesse.
Il report sull’inflazione di ieri ha evidenziato come i costi dei beni siano aumentati del 2,7% rispetto a luglio dello scorso anno, mentre gli analisti si aspettavano un aumento del 2,8%.
Ma prima del meeting del 17 settembre della Fed ci sarà un altro report sull’aumento dei prezzi che potrebbe subire gli impatti della politica commerciale del presidente Donald Trump (che secondo il New York Times durante questo mandato presidenziale aumenterà la sua ricchezza personale di 3,4 miliardi di dollari).
Tornando all’azionario Intel scatta del 5,6% dopo che Donald Trump ha detto che il suo Ceo, Lip-Bu Tan, ha una storia straordinaria. Meno di una settimana fa l’aveva accusato di essere legato al governo cinese, facendo crollare il titolo in borsa.
Seduta positiva anche per Circle Internet Group, società proprietaria della cryptovaluta che segue l’andamento del dollaro, dopo aver dichiarato che il fatturato e le riserve sono cresciute del 53% nel primo trimestre dopo la quotazione, e nonostante una perdita nell’ultimo quarto superiore alle attese.
Sul fronte delle sconfitte Celanese affonda del 13,1%. La società specializzata in prodotti chimici ha spiegato che nonostante risultati superiori alle attese il mercato continua a essere sfidante e la domanda non sembra migliorare.
In forte calo anche Cardinal Health a -7,2% nonostante profitti superiori alle attese per l’ultimo trimestre. A penalizzare la performance il dato sui ricavi, nettamente al di sotto delle previsioni.
Passando alle materie prime in calo il Brent a -0,77% a 66,12 dollari al barile. Più deciso il calo del Wti a -1,24% a 63,17 dollari al barile.
Continua il calo dell’oro a -0,1% a 3.401,42 dollari l’oncia. Rimbalza invece l’argento a +0,41% a 37,943 dollari l’oncia.
Infine sul forex l’euro/dollaro è sostanzialmente invariato a 1,168 e il dollaro/yen scende a 147,93.

























