ENEL – TIENE L’UTILE MA FLETTE L’EBITDA

La multinazionale romana archivia il primo semestre2014 con l’utile netto in sostanziale parità rispetto al semestre precedente, ma l' Ebitda flette a causa della pessima congiuntura macro e del cambio di regolamentazione che ha appesantito i risultati della controllata Endesa. Il programma di dismissione già avviato e il processo di rinnovamento della struttura organizzativa secondo un modello divisione/geografia permettono comunque al Ceo Francesco Starace di riconfermare gli obiettivi per l’anno in corso.

Enel ha chiuso il primo semestre 2014 con ricavi in flessione dell’8,1% a  36,1 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2013 a causa delle minori entrate da vendita e trasporto di energia elettrica e più in particolare alle minori quantità generate e vendute, nonché all’andamento sfavorevole di alcuni  valute  (America Latina e Russia). In generale i dati mostrano un calo della domanda di energia elettrica Italiana di circa il 3% rispetto all’analogo valore del 2013, con la produzione netta di energia che è scesa globalmente del 4%, ridistribuendosi in favore delle fonti idroelettrica (+11%) e rinnovabili (+5,3%), a discapito della generazione da fonte termoelettrica (-10,1%). Anche in Spagna, dove ricordiamo che Enel è presente tramite la controllata Endesa, la domanda di energia è scesa dell’1,2%. Da rilevare inoltre che il fatturato di 36,1 miliardi comprende anche l’incasso derivante dalla cessione della società Artic Russia per 82 milioni di euro conclusasi a fine 2013.
E l’avversa congiuntura si fa sentire sull’Ebitda, che scende del 3,3% a 7,88 miliardi rispetto al primo semestre 2013 mantenendosi comunque 1,4 punti percentuali sopra le attese degli analisti. In particolare, a fronte della sostanziale tenuta dell’Italia, che rappresenta il 40% del totale,  ha pesato il decremento dei risultati delle divisioni Iberia,  America Latina ed energie rinnovabili, che complessivamente rappresentano  più del 40% del margine totale; dinamica causata da una pluralità di fattori quali: l’impatto della modifica del regime regolatorio in Spagna, che ha inciso sulla generazione da  fonte convenzionale e pure rinnovabile. Sui risultati si riflettono anche gli interventi attuati per rimodellare la struttura operativa al fine di rendere più diretto ed efficace l’intervento del management su due mercati i cui fondamentali sono diversi come si rileva fra la Spagna e l’America Latina oggi divise con strutture dedicate per  rendere il processo decisionale più diretto. Sul mercato spagnolo, considerato maturo, si punterà a migliorare l’efficienza ed a riformulare la strategia di investimento, in Latam invece ci si focalizzerà su una crescita organica e sullo sviluppo  del business. Endesa assumerà una maggiore autonomia operativa e verrà ricercata una generazione stabile di cash flow anche per una futura politica di dividendo.

Il mercato Italiano  ha invece lanciato un segnale positivo, anche se lo scenario macro si presenta difficile. Il margine è infatti passato da 3.071 milioni a 3.391 crescendo nello specifico del 7,7% nel segmento “Infrastrutture e Network” ; del 12,8% nella divisione “Mercato”, ove ha  beneficiato soprattutto di un’aumentata base di clienti e di margini unitari più elevati, e del 17% nella divisione “Generazione e Energy Management” grazie a più alti margini sui contratti a lungo termine.
Il risultato operativo del primo semestre 2014 è stato così pari a 5,01 miliardi di euro, in flessione di 82 milioni di euro (-1,6%) rispetto all’analogo periodo del 2013, ma con una sorpresa positiva di oltre 3,5 punti percentuali sul consensus di 4,83 miliardi. Il conto economico si chiude infine  con un  risultato netto di 1,68 miliardi, sostanzialmente in linea (+0,3%) con quello registrato nello stesso semestre 2013 e comunque superiore alle aspettative che stimavano un valore di 1,56.

Enel conto economico. Fonte: dati societari, elaborazione redazione albertonosari.it
Enel conto economico. Fonte: dati societari, elaborazione redazione albertonosari.it

Passando all’analisi della struttura patrimoniale dobbiamo rilevare la crescita dell’8,5% dell’indebitamento finanziario netto, salito  a 43,07 miliardi xa causa della stagionalità di investimenti e dividendi. Il debt to equity è così salito da 0.75  a 0,81 anche se è stato riconfermato l’obiettivo di 37 miliardi come quota di indebitamento a fine 2014 e il management ha già individuato altri assets non attinenti il core business che potrebbero ridurre ulteriormente la cifra di 4-5 miliardi. Tutto per merito anche del programma di dismissione cominciato a inizio anno con l’obiettivo di ridurre il debito tramite cessioni di attività non core (in Romania e Slovacchia) per 4 miliardi e migliorare la generazione di cash flow grazie ad una migliore allocazione del capitale resa possibile dalla nuova struttura organizzativa. Il tutto in presenza di una politica di investimenti che nel primo semestre ha richiesto  2.485 milioni , con un incremento di 142 milioni e concentrati prioritariamente all’estero e nelle tecnologie rinnovabili.

Enel stato patrimoniale. Fonte dati societari, elaborazione redazione albertonosari.it
Enel stato patrimoniale. Fonte dati societari, elaborazione redazione albertonosari.it