ENEL–9 MESI DEBOLI MA L’UTILE 2014 E’ CONFERMATO

L’Ebitda del gruppo guidato da Francesco Starace è diminuito del 3% su base annua a causa soprattutto della debolezza della divisione Iberia & America Latina. In forte flessione l’utile netto per la riduzione dell’Ebit ma anche per i maggiori oneri finanziari, il minor contributo delle partecipazioni e per il balzo del tax rate. Peggio delle attese e del dato al 31 dicembre 2013, l’indebitamento finanziario netto a fine settembre a causa soprattutto dell’effetto valutario. Il management ha rivisto al rialzo a 39-40 miliardi la stima sul debito per fine 2014 mentre ha confermato i precedenti obiettivi a livello di margine operativo lordo, pari a 15,5 miliardi, e di utile netto, pari a 3 miliardi. Nella seduta di oggi il titolo ha reagito negativamente a piazza Affari lasciando sul tereno il 5,86 per cento

I ricavi dei primi nove mesi del 2014 sono stati pari a 54,1 miliardi, in flessione del 6,5% su base annua a causa dei minori ricavi da vendita e trasporto di energia elettrica, connessi alle minori quantità generate e vendute, nonché alla svalutazione tassi medi di cambio delle varie valute locali in cui il gruppo Enel opera (in particolare dei Paesi dell’America Latina e della Russia) rispetto all’euro.

L’Ebitda dei primi nove mesi del 2014 è stato pari a 11,6 miliardi, in calo del 3% su base annua. Escludendo i proventi straordinari da cessione e da rimisurazione a fair value, il minor contributo della divisione Iberia & America Latina a causa della svalutazione dei tassi di cambio (che ha pesato negativamente per 194 milioni) e dei cambiamenti legislativi in Spagna (che hanno avuto un impatto negativo per 162 miliioni) è stato solo parzialmente compensato dal miglioramento del margine operativo lordo prodotto dalle attività effettuate in Italia. Con riferimento a quest’ultime, la divisione Mercato ha registrato un balzo dell’Ebitda dell’11,8% su base annua grazie all’aumento dei margini nel mercato libero che ha più che compensato la flessione della redditività per i consumatori sotto tutela. Per quanto riguarda, invece, la divisione Generazione ed Energy Management l’aumento del 6,6% su base annua del margine operativo lordo è imputabile esclusivamente al margine sulle vendite di gas dato che il margine sull’attività di produzione d’energia elettrica è diminuito di 30 milioni rispetto ai primi nove mesi del 2013 anche a causa di una minore produzione idroelettrica (-6,1% su base annua). A livello di Ebit, il colosso elettrico italiano ha sì registrato un risultato positivo per 7,16 miliardi, ma in calo del 2,7% su base annua tenuto conto di minori ammortamenti e perdite di valore per 161 milioni.

Al di sotto del risultato della gestione operativa, i maggiori oneri finanziari netti (prevalentemente connessi a partite non ricorrenti rilevate nei due periodi a confronto), il minore contributo dei proventi da partecipazioni e il maggior carico fiscale del periodo – con il tax rate balzato al 44,1% rispetto al 37% dei primi nove mesi del 2013, a causa degli effetti negativi generati sulla fiscalità differita dall’aumento dell’aliquota d’imposta in Cile, parzialmente compensati dalla riduzione dell’aliquota addizionale IRES applicabile ad alcune società italiane passata dal 10,5% al 6,5% a partire da gennaio 2014 – hanno fatto scivolare l’utile netto di gruppo a 1,96 miliardi rispetto ai 2,33 miliardi dei nove mesi del 2013. Se si considera l’utile netto ordinario del gruppo, che è quello che viene preso in considerazione ai fini della distribuzione del dividendo, il risultato dei primi nove mesi del 2014 è pari a 1,87 miliardi, in diminuzione del 18,9% rispetto all’analogo periodo dell’esercizio precedente.

Fonte: dati societari, consensus fornito dalla società - elaborazione redazione albertonosari.it
Fonte: dati societari, consensus fornito dalla società – elaborazione redazione albertonosari.it

Sul fronte dello stato patrimoniale al 30 settembre 2014, l’indebitamento finanziario netto è stato pari a 44,6 miliardi, in aumento di quasi 4,9 miliardi rispetto al 31 dicembre 2013. Alla base dell’aumento del debito, il fabbisogno generato dal pagamento dei dividendi, pari a 1,9 miliardi, dagli investimenti del periodo, pari a 4 miliardi, nonché dall’effetto negativo delle differenze cambio connesse principalmente al debito a medio e lungo termine in valuta diversa dall’euro, pari a 1,3 miliardi. Qualora si escludesse l’effetto delle citate differenze cambio, l’indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2014 sarebbe pari a 43,3 miliardi.

 

Fonte: dati societari, consensus fornito dalla società - elaborazione redazione albertonosari.it
Fonte: dati societari, consensus fornito dalla società – elaborazione redazione albertonosari.it

Nel corso della conference call, il management di Enel ha rivisto il precedente target sull’indebitamento finanziario netto di fine 2014: 39-40 miliardi contro una precedente guidance di 37 miliardi. Rispetto al target dell’ultimo piano industriale, le nuove indicazioni sull’indebitamento finanziario netto a fine 2014 includono la vendita della quota nella controllata spagnola Endesa, ma non la cessione degli asset in Slovacchia e Romania. Inoltre, prende in considerazione un’accelerazione del capex programmato in Enel Green Power e alcune operazioni di minority buy out per Enersis. Con riferimento al conto economico, Starace ha sottolineato che i risultati dei primi nove mesi del 2014 dimostrano una sostanziale capacità del gruppo Enel di far fronte al difficile contesto macroeconomico europeo, all’effetto cambio in Russia e America Latina e all’impatto della nuova legislazione in Spagna. Il top manager ha poi sottolineato che nel quarto trimestre dell’anno in corso il colosso elettrico continuerà a focalizzarsi su mercati emergenti e sulle energie rinnovabili, potendo far leva su un portafoglio diversificato e sulla nuova struttura organizzativa. Aggiungendo che entrambi i fattori consentono di continuare a creare  valore e, unitamente al recente scorporo delle attività in America Latina da quelle della Penisola Iberica e all’operazione in corso in Spagna, permettono di guardare con fiducia al raggiungimento dei target di fine anno in termini di Ebitda, pari a 15,5 miliardi, e Utile netto ordinario, pari a 3 miliardi, già annunciati ai mercati.