HERA–ESTESO AL 30/06 IL PATTO TRA I COMUNI SOCI

I duecento comuni azionisti della ex-municipalizzata quotata hanno rinnovato per altri sei mesi il patto parasociale che rappresenta il 51% del capitale, al termine dei quali potrebbero vendere parte delle loro quote per scendere fino al 35 per cento. Escono dal patto il comune di Forlì e altre piccole municipalità. Il tema dell’eventuale diluizione verrà affrontato dagli attuali aderenti al patto non prima del prossimo aprile.
Tomaso Tommasi di Vignano, presidente Gruppo Hera
Tomaso Tommasi di Vignano, presidente Gruppo Hera

Il controllo del gruppo guidato da Tomaso Tommasi di Vignano da parte dei circa 200 comuni soci, attraverso un patto di sindacato che rappresenta il 51% del capitale di Hera, proseguirà per altri sei mesi. Lo riferisce l’agenzia di stampa Radiocor che ha anche riportato che il comune di Forlì e qualche municipalità minore avrebbero deciso di non aderire al nuovo accordo. Scaduti i sei mesi, sembra assai probabile che i comuni azionisti della ex-municipalizzata quotata che hanno appena rinnovato il patto di sindacato vendano sul mercato parte dei loro pacchetti azionari, riducendo la loro quota di controllo al 35 per cento. Il tema dell’eventuale diluizione, riporta Radiocor, verrà affrontato non prima del prossimo aprile.

Al 30 settembre 2014, la compagine azionaria di Hera annoverava tra i blocchi di comuni le province della Romagna (19,8%), di Bologna (13,3%) , Modena (9,5%), Padova (4,8%), Trieste (4,8%), Udine (3,2%) e Ferrara (2%). L’8% del capitale è, invece, vincolato ad un patto tra soci privati.

Ricordiamo che i primi nove mesi del 2014 si sono conclusi per il gruppo che ha la sede centrale a Bologna, con un Ebitda in aumento dell’8,9% su base annua a quota 632 milioni e con utile netto rettificato di 114 milioni, in progresso del 31,1% rispetto allo stesso periodo del 2013.